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  Il primo anno di matrimonio

Grammatica della vita familiare, parte 2

dell'arciprete Pavel Gumerov

Pravoslavie.ru, 2 luglio 2016

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Che cosa aiuta a superare le difficoltà nel primo anno di matrimonio? Quali abitudini dovrebbero diventare la norma? Vale la pena di temere i conflitti? Come dobbiamo costruire le relazioni con i nostri genitori? E perché dovremmo studiare psicologia? L'arciprete Pavel Gumerov parla di tutto questo in questa puntata della nostra conversazione.

Buon giorno, cari amici. Stiamo continuando la nostra conversazione sulla famiglia e sulle relazioni familiari. Il tema della riunione di oggi è "il primo anno di matrimonio."

Il primo anno è davvero molto importante nella vita familiare, e il più difficile. Porta con sé statistiche molto dolorose. Se prendete un centinaio di divorzi registrati in qualsiasi tribunale, vedrete che il venticinque per cento avviene nel primo anno di matrimonio. La gente non riesce neanche ad aspettare fino al secondo anno di vita della famiglia! Perché succede questo? Non hanno potuto sopportare le difficoltà di questo momento.

Dovremmo temere le difficoltà?

Il primo anno è un tempo di adattamento l'uno all'altro. Lo sapevano già tremila anni fa. Possiamo leggere nell'Antico Testamento che un giovane che aveva contratto matrimonio era liberato da ogni lavoro e dovere verso la comunità, e non serviva nell'esercito, al fine di risolvere la sua vita familiare e di costruire il suo nido familiare.

Questo periodo è molto importante. Gli sposi si abituano l'uno all'altro. Si uniscono in collaborazione nella costruzione del loro nido. L'infatuazione li aiuta molto. Sappiamo che l'infatuazione non continuerà per sempre. Continuerà, in tutto, per alcuni mesi o un anno. Come regola generale, al momento del matrimonio si sta già dissolvendo. C'è bisogno di un serio lavoro cooperativo, di una seria creatività verso la creazione di un rapporto di tipo diverso: l'amore coniugale.

Come sempre, ho raccolto le domande che mi pongono più spesso su questo argomento – domande su ciò che dovrebbe sapere chi si vuole sposare sui primi mesi e anni di vita familiare, e su come prepararsi a viverli. Chì è avvertito è armato, come si suol dire.

Il venerabile Giovanni Climaco ha scritto che una persona che ha un carattere difficile, combattivo, può essere paragonato a una roccia che si scontra con un'altra roccia, e in queste collisioni si sviluppano due possibili sequenze di eventi: o queste rocce si arrotondano, diventando così ciottoli lisciati dal tempo, o si frantumano in pezzi. Ma il santo nota che, anche se si frantumano, una persona capirà la sua debolezza, capirà che ha un carattere difficile e che ha bisogno di lavorarci sopra. E in tali fallimenti è possibile un discernimento di grande importanza: vedere alcuni dei propri errori.

Questo si fa nel primo anno. Sì, è difficile per i nuovi sposi in questo momento, ma c'è anche qualcosa di facile, perché devono risolvere i molti problemi insieme, e questo li unisce, e li aiuta a diventare un tutt'uno. Che tipo di problemi? Le relazioni con le famiglie, le abitazioni acquistate o affittate. Spesso, entro dieci mesi dopo il matrimonio, o un po' più tardi, ma comunque entro il primo anno di matrimonio, nasce un bambino, e anche questo unisce seriamente e fortemente gli sposi e li costringe a prendersi insieme cura di questo nuovo, terzo membro della loro famiglia. Un progetto congiunto unisce in maniera forte. E queste stesse difficoltà sono successivamente, di regola, ricordate con una piacevole tristezza. Dopo tutto sono i migliori anni della vita familiare. Pertanto, non dobbiamo temere le difficoltà.

L'uomo, in generale, non deve avere paura di sposarsi. Non è bene che l'uomo sia solo. E se qualcuno risponde ai comandamenti di Dio e si avvicina a tali compiti con responsabilità, il Signore lo aiuterà.

A proposito dell'abitudine nel matrimonio

Le gente spesso si chiede perché si dice "la barca di famiglia si è schiantata contro la vita", e cosa fare al fine di mantenere la novità, la freschezza e la sincerità del rapporto.

Nei nostri colloqui precedenti abbiamo parlato di quanto siano importanti i nostri rapporti prima del matrimonio, quando dovremmo timidamente e con attenzione imparare a metterci in relazione gli uni agli altri e a prenderci cura gli uni degli altri. Dobbiamo imparare a dare più che a ricevere: è molto importante. Mi ricordo dei diari dell'imperatrice Aleksandra Feodorovna e delle sue lettere all'imperatore al fronte durante la prima guerra mondiale. L'imperatrice era molto preoccupata per il suo sposo, e che lettere tenere gli scriveva! Io consiglio a tutti coloro che vogliono prepararsi per il matrimonio di leggere prima queste dolci lettere. La coppia reale aveva già cinque figli, erano ben lungi dall'essere giovani, l'imperatore aveva poco meno di cinquant'anni, nelle relazioni reciproche erano come nei primi mesi di matrimonio, in viaggio di nozze, o addirittura come prima del matrimonio. Con che parole gentili si parlavano, con quali nomi si chiamavano l'un l'altro, in che modo erano nervosi e si preoccupavano l'uno per l'altra... Sono tutti punti molto importanti. L'imperatrice Aleksandra Feodorovna ha scritto nei suoi diari che la felicità della famiglia emerge da piccoli episodi facilmente dimenticabili che, forse, non valgono nulla per noi – tazze di tè servite da una mano premurosa, parole di complimento dette all'altra persona. E la gente si abitua al bene – al proprio bene di ogni giorno.

Dovremmo almeno compiacere la nostra altra metà con piccole cose. Questo dovrebbe diventare una buona abitudine in sostituzione di un'altra abitudine di scherzare, o di prendere in giro, o di fare alcune osservazioni fastidiose verso la nostra altra metà.

E mi sembra che ogni padre di famiglia legga le preghiere del mattino pregando Dio: "Signore, aiutami oggi a comportarmi in modo da compiacere la mia famiglia e i miei cari per quanto possibile e di farli soffrire il meno possibile". Dobbiamo evitare consigli scortese, evitare cattiverie nella comunicazione ed evitare prediche e moralismi. È abbastanza facile. Non è necessario offrire alcun sacrificio o perdere molto tempo e mezzi per questo. È davvero difficile acquistare per tua moglie un po' di cioccolato quando lasci il lavoro, e darle dei fiori una volta alla settimana?

E per le mogli che incontrano i mariti tornati a casa dal lavoro, non vale la pena di caricarli fin dalla porta di casa con qualche problema. "Ti hanno chiamato da scuola: nostro figlio ha avuto ancora un'insufficienza in questo trimestre"; "mi si è rotto il computer, dovresti aggiustarmelo subito," e così via. Lasciate che il vostro marito riposi e riprenda le forze. E dovreste formare i vostri figli a salutare il papà con riverenza e rispetto. In primo luogo dirgli qualche parola gentile, dargli da mangiare, dargli un po' di tè, e quindi procedere con domande e discorsi seri.

La gente fa anche domande sulle pulizie. Oggi, di regola, le donne lavorano al fianco degli uomini, ma, tornando a casa dal lavoro, il marito si rilassa, mentre la moglie comincia a cucinare e lavare e pulire, e così via. Così, come dividere le faccende domestiche?

Sì, il modello classico del matrimonio è più stabile, come dicono le statistiche: la moglie a casa con i figli, che stabilisce il nido familiare, si prende cura del marito e dei figli, cioè, adempie funzioni puramente femminili. E il marito è il capo, colui che porta a casa il pane, il fornitore, il cacciatore. Ma il modello classico non può sempre essere attuato oggi. Non è facile per un marito alimentare una grande famiglia. E se anche la moglie lavora, come spesso accade, allora marito e moglie devono fare le faccende domestiche in modo uniforme, giungendo in qualche modo a un accordo su di essi. Certo che lui è stanco, e lei è stanca, e lei, forse, lo è ancor di più, perché ha anche i bambini, le lezioni, la lavanderia, la cucina, le stirature – tutto lavoro puramente femminile. Ma mi sembra che l'autorità, anche del venerabile capo famiglia, non crollerà se aiuta la moglie a lavare i piatti o a cucinare la cena o a riordinare l'appartamento. Questo è solo il modo in cui dimostriamo il nostro amore.

L'amore non una questione di gravi sacrifici, ma di azioni quotidiane molto semplici. Significa sacrificare il vostro tempo libero. Per esempio, quando il marito è stanco dopo il lavoro, ma vede che anche la moglie è stravolta, e l'aiuta ad apparecchiare e sparecchiare la tavola, chiedendo anche l'aiuto dei bambini. È una cosa molto importante. Qui non è necessario essere d'accordo sulla ripartizione delle responsabilità, ma solo dare una mano.

Cosa dovrebbero sapere i mariti della psicologia femminile, e le mogli di quella maschile?

Abbiamo bisogno di conoscere le esigenze specifiche femminili e maschili, per non complicare le cose.

Mariti e mogli, uomini e donne sono creature create da Dio con psicologie molto diverse, non solo con diverse fisiologie. La cosa non è accidentale. In generale tutto ciò che il Signore fa è per la nostra salvezza. Pertanto, ognuno di noi ha la possibilità di servire un'altra persona nel matrimonio. Gli uomini sono creature di maggior forza e resistenza fisica. E un uomo dovrebbe sentire la necessità e il desiderio di aiutare la moglie, di prendere su di sé ogni tipo di lavoro pesante, e di dare una mano. Mogli, come creature inclinate verso l'empatia, la compassione e la simpatia, dovrebbero desiderare di confortare i loro mariti, carezzarli, e portare via la loro fatica.

Il Signore ci ha creati in modo diverso. Questo è un dato di fatto. E anche se le persone fanno sforzi per l'uguaglianza e la parità di diritti, non succede nulla. Ci sono anche professioni maschili e femminili, e gli uomini e le donne vanno in pensione in tempi diversi. Gli uomini servono nell'esercito, dove le donne non servono. Gli uomini competono contro gli uomini in una stessa disciplina, e le donne contro le donne. Siamo costruiti in modo diverso e non c'è niente che possiamo fare al riguardo.

Mi piacerebbe mettere a fuoco un punto importante: la rimozione dello stress. La reazione di uomini e donne allo stress è completamente diversa, e i coniugi dovrebbero saperlo. Le donne rimuovono lo stress il più delle volte comunicando. Producono perfino uno specifico "ormone della comunicazione": l'ossitocina. Quando un uomo dice qualche bella parola a una donna e la accarezza, il suo corpo produce questi ormoni che lottano contro lo stress. E quando il marito torna a casa, la moglie vuole comunicare e chiacchierare con lui. Per le donne è generalmente molto importante esprimere se stesse. Sappiamo tutti che le ragazze iniziano a parlare molto prima dei ragazzi.

Un uomo si occupa dello stress in modo diverso. Ha bisogno di un po' di tempo per stare da solo. In genere per gli uomini i periodi di attività e passività si alternano. Anche se un uomo si siede al lavoro dietro il suo computer o gestisce alcuni documenti, senza lavoro fisico, senza erigere pali o scavare trincee, sta vivendo lo stesso un periodo di attività, e deve cedere il passo a un periodo di inattività. Così, dopo il lavoro è molto importante per un marito riposare, essere solo e distendersi. Le mogli devono ricordarlo. Come ho già detto, non appesantite immediatamente vostro marito arrivato a casa dal lavoro con uno qualsiasi dei vostri problemi. Dategli magari un'ora, fate la guardia alla porta e portate via i bambini per non disturbare papà. Ma, naturalmente, è preferibile che lo stress del marito non ci metta troppo tempo a placarsi, tipo delle ore, e che abbia il tempo di fare qualcosa con la sua famiglia e di soddisfare il bisogno della moglie di comunicare.

Perché un marito ha bisogno di pace? Anche in questo caso tutto è negli ormoni. Per un uomo, per alleviare il suo stress e per una resistenza virile opera il testosterone – un ormone puramente maschile, che è prodotto in uno stato di riposo. Non è prodotto dalla comunicazione, dall'esercizio fisico o da qualsiasi altra cosa. Quindi è necessario dare al vostro marito la possibilità di sedersi, leggere o guardare un film. È del tutto normale per lui. Molte mogli non lo capiscono e pensano che se loro hanno bisogno di parlare, anche il marito dovrebbe ascoltarle e parlare con loro. In effetti, egli dovrebbe farlo, ma un po' più tardi.

Gli uomini devono assolutamente soddisfare le necessità di una donna di parlare, altrimenti lei parlerà con qualcun altro, con le sue amiche, discutendo all'infinito del marito, o con la sua mamma, con la suocera... E i mariti soffriranno molto sul serio se non parlano con le loro mogli.

È possibile evitare gli scontri?

È molto importante separare due concetti: gli scontri e i conflitti. I conflitti nella vita familiare sono inevitabili, non una sola famiglia è stata in grado di aggirare i conflitti. Perché? "Conflitto" è una parola che significa "collisione", e un uomo e una donna, come creature diverse, come persone provenienti da diverse famiglie, con diversi interessi, non eviteranno la collisione. C'è un proverbio russo: "una pentola entra in conflitto con una pentola". E cosa possiamo dire delle persone! Ognuno ha il suo carattere e i suoi interessi, ognuno giudica osservando dal suo campanile, e guarda i problemi a modo suo. La cosa più importante è che un conflitto non si sviluppi in una rissa. Parleremo di conflitti familiari in un altro discorso, ma indicherò brevemente il punto principale: è importante non dare luogo a rabbia e irritazione, al fine di discutere in uno stato di pace dell'anima di tutte le questioni contestate e dei conflitti di interesse. Non perdete la pace, perché la pace è la cosa più importante. Se non disponete di pace nelle vostre anime, se non avete pace nelle vostre famiglie, allora anche se avrete benedizioni terrene, le cose non si metteranno bene per voi e non avrete la felicità. La felicità è dentro di noi: è la pace dell'anima e la pace con i nostri cari. È proprio su questo che sono costituite l'armonia familiare e la felicità umana.

I rapporti con i genitori

Quali potrebbero essere le insidie ​​nel comunicare con i genitori? Possiamo consentire ai genitori di interferire nella vita di una giovane famiglia – finanziariamente, con consigli?

Nella funzione del matrimonio ortodosso, si dice: "le preghiere dei genitori assicurano alla casa delle solide fondamenta" – le preghiere, non  l'interferenza, non l'aiuto invadente, non l'assistenza contro-intuitiva cchei genitori a volte offrono. E inoltre, sappiamo che nella Sacra Scrittura che dice: Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne (Genesi 2:24). E dobbiamo conoscere questo comandamento come coniugi e come genitori.

I genitori non dovrebbero interferire nella vita dei coniugi. Abbiamo portato il nostro bambino fino all'età adulta, abbiamo investito in lui tutto ciò che siamo stati in grado di investire: ciò che è ragionevole, buono, eterno e spirituale, e ora dobbiamo pregare per lui. Dobbiamo aiutare i nostri figli adulti, ma non interferire in ogni situazione della loro vita, perché tale interferenza, di regola, si conclude tristemente. E i coniugi, ripeto, dovrebbero ricordare anch'essi questo comandamento, perché molti coniugi non sono in grado di stare lontani dai genitori.

Un uomo venne da me una volta in chiesa dicendo che la sua vita di famiglia era ora in una situazione molto difficile. Aveva un figlio dalla sua prima convivente: non era sposato, ma sentiva una responsabilità nei confronti di questo bambino e di questa donna, e per di più, la madre era malata e aveva bisogno di aiuto. Ma alla sua partner attuale non piaceva niente di tutto ciò. Non le piaceva che facesse visite a sua madre e a questa donna e che passasse tanto tempo con il bambino. Gli ho detto che lei aveva assolutamente ragione a non gradire queste cose, perché la gerarchia dei valori della famiglia nella vita di un uomo o una donna sposata deve essere questa: al primo posto il marito o la moglie, perché sono una sola carne, questo è il primo grado di parentela, poi i bambini, poi i genitori. Abbiamo obblighi verso i genitori, naturalmente, ma non dovremmo metterli su un livello più alto nella gerarchia della famiglia o considerarli più vicini di quelli più vicini a noi, cioè per un marito la moglie, e per una moglie il marito. Quando questa gerarchia è violata, le altre metà inevitabilmente soffrono. Forse la mamma è felice che suo figlio le faccia visita spesso, ma sua moglie, di regola, non è contento che il marito scompaia andando dai suoi genitori. Inoltre, i genitori molto spesso manipolano i loro figli adulti, fingendo malattie, che necessitano di un qualche tipo di aiuto, e un uomo getta tutto quel che ha e corre da loro... A volte questi problemi si risolvono con grandi difficoltà.

Una volta una coppia è venuta da me, parlando della loro situazione. La madre della moglie era malata, in gravi condizioni, ma per qualche motivo la coppia non poteva accoglierla; forse il marito non voleva che la suocera venisse a vivere con loro. Hanno assunto una buona infermiera pagata. Hanno visitato la madre regolarmente, chiedendo un prete di andare a confessarla e a portarle la comunione e l'unzione. Hanno fatto un tale compromesso, e la loro pace familiare è stata conservata, anche se per pagare l'infermiera hanno dovuto fare del lavoro supplementare.

Queste domande, in materia di conflitti di interesse, dovrebbero sempre essere risolte nella pace e nell'amore. E la parola decisiva, quella principale, dovrebbe essere quella del nostro coniuge, e non dei nostri genitori, perché i genitori, purtroppo, molto spesso amano i loro figli con l'amore cieco dei genitori.

E ancora sulla psicologia

Amici miei, è imperativo studiare la psicologia della famiglia. Posso raccomandare alcuni libri su questo tema: La piccola chiesa e Chiavi per la felicità della famiglia – non pensate che questa sia una pubblicità personale. Questi libri sono stati pubblicati dalla casa editrice del monastero Sretenskij. Vi si dice che le mogli dovrebbero conoscere i mariti e i mariti le mogli. C'è un altro libro chiamato Lui e lei, appunto sul perché il Signore ci ha creati in modo diverso, le differenze nella psicologia maschile e femminile, e come giungere all'unità nella vita di famiglia e all'unità nel matrimonio. Vorrei sottolineare ancora una volta: il Signore ci ha creati in modo diverso proprio per l'unità nella vita familiare. Come ha detto Ivan Aleksandrovich Il'in, con la presenza nell'uomo di un amore vivo e di una coscienza viva, anche le nostre differenze conducono all'unità, e alla manifestazione delle migliori qualità delle nostre anime.

Nell'aiutare un'altra persona, nel combattere con le nostre inadeguatezze, nell'abituarsi alla nostra altra metà, nel cercare la conoscenza su come farlo: siamo tutti diversi. Sappiamo che il Signore ci ha creati maschio e femmina. E alcuni distinguono ancora una terza ipostasi dei bambini perché questi hanno una propria psicologia, che dobbiamo pure comprendere. Dopo tutto, un bambino percepisce in modo diverso quelle cose che sembrano del tutto ovvie a noi adulti.

Pace, bontà e amore a tutti voi, e che il Signore vi salvi.

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