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  Cosa dice il principale documento sociale del Patriarcato di Costantinopoli?

di Andrej Vlasov

Unione dei giornalisti ortodossi, 27 maggio 2020

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il patriarca Bartolomeo. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Analizziamo il documento del Fanar "Per la vita del mondo: verso un'ethos sociale della Chiesa ortodossa", che esprime l'attuale visione del mondo di questa Chiesa.

In Ucraina, la "Università ortodossa aperta", che è un progetto chiaramente ecumenico, ha svolto una discussione sul documento del Patriarcato di Costantinopoli intitolato "Per la vita del mondo: verso un'ethos sociale della Chiesa ortodossa" nel formato di un webinar (seminario sul web). Questo documento intende presentare la posizione di Costantinopoli su molte questioni di attualità in campo politico, sociale e di altro tipo. Cosa mostra davvero questo testo?

Il documento "Per la vita del mondo: verso un'ethos sociale della Chiesa ortodossa" è stato approvato dal Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli nel gennaio 2020 e presentato al pubblico nel marzo 2020. Il documento riflette la posizione del Patriarcato di Costantinopoli su disuguaglianza sociale, povertà, razzismo, diritti umani, bioetica, tecnologia e cambiamenti climatici.

Il testo del documento è stato redatto dalla commissione creata dal Fanar nel 2017, che comprendeva 12 teologi del Patriarcato di Costantinopoli provenienti da diversi paesi. Per esempio, David Bentley Hart, convertito dall'anglicanesimo all'Ortodossia, è un teologo, filosofo e culturologo socialdemocratico che è fortemente impegnato nello studio di vari sistemi filosofici e teologici, tra cui buddhismo, induismo, giainismo e altre religioni dharmiche . In particolare, afferma che non esiste scisma tra Ortodossia e cattolicesimo e che la salvezza eterna è ereditata da tutte le persone, indipendentemente dalla fede, dalla moralità, e così via (apocatastasi). O un consigliere ambientale del patriarca di Costantinopoli, l'arcidiacono Ioannis Chrissavgis, i cui interessi teologici sono descritti come segue: riforme ecclesiastiche, consapevolezza ambientale, ecumenismo.

Il documento "Per la vita del mondo..." si presenta come un documento storico, come una pietra miliare nella comprensione teologica del mondo moderno, un picco che nessuno ha mai raggiunto.

Ma il fatto è che un documento simile della stessa importanza e sulla stessa serie di questioni è stato adottato dal Concilio episcopale della Chiesa ortodossa russa esattamente 20 anni fa. È intitolato "Fondamenti della concezione sociale della Chiesa ortodossa russa". Difficilmente si può evitare il confronto con il documento di Costantinopoli "Per la vita del mondo...", così come le conclusioni che inevitabilmente seguono questo confronto.

Concezioni sociali del Fanar e della Chiesa ortodossa russa: c'è differenza?

Uno degli autori di "Per la vita del mondo...", l'arcidiacono Ioannis Chrissavgis, ha espresso questo confronto in un articolo dedicato alla presentazione del documento con poche parole molto precise: "Nel 2000, il Patriarcato di Mosca ha pubblicato i "Fondamenti della concezione sociale" – un tentativo notevole, sebbene rudimentale, di definire i principi sociali della Chiesa ortodossa in Russia dopo un lungo periodo di oppressione da parte dello stato. In generale, questo documento era critico nei confronti del "mondo", considerandolo una minaccia da sfidare e superare. Una tale posizione difensiva può sopravvivere e persino prosperare in un isolamento confessionale, ma in un contesto più ecumenico non è così efficace".

Queste parole meritano una rilettura e una riflessione sul loro significato. Padre Ioannis Chrissavgis ovviamente voleva, partendo dalla posizione della "Chiesa Madre", dare una pacca sulla schiena alla sua "figlia" e lodarla per "un tentativo", giustificando la natura "rudimentale" di questo "tentativo" con "un lungo periodo di oppressione" della Chiesa da parte dello stato. Ma in realtà, questo "periodo di oppressione" è un'era di confessione che non è mai accaduta prima nella storia della Chiesa. Lo stato non "opprimeva" la Chiesa, la distruggeva letteralmente, facendo esplodere le chiese, fucilando i chierici e imprigionando i credenti. Questa era ha dato migliaia di confessori e martiri, il cui sangue è diventato il seme per la crescita del Corpo della Chiesa, come nei primi secoli della storia cristiana.

E dopo questa era, la Chiesa ortodossa russa ha davvero qualcosa da dire al mondo. E lo dice, non basandosi sulla ricerca accademica (anche se questa non manca), ma sulla fedeltà a Cristo e al suo insegnamento. Probabilmente, questo è esattamente ciò che il pensatore fanarota chiamava "rudimentale" (questa parola significa letteralmente residuo, sopravvivenza, sottosviluppo). Il "mondo" stesso, secondo p. John Chrissavgis, è considerato criticamente come una minaccia nei "Fondamenti della concezione sociale della Chiesa ortodossa russa". E questo è pienamente coerente con le parole della Sacra Scrittura: "Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo" (1 Gv 2:15-16), "Non sapete che amare il mondo è odiare Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio" (Gc 4:4). Il teologo di Costantinopoli è infastidito dal fatto che un atteggiamento così critico nei confronti del mondo non sia così efficace "in un contesto più ecumenico". Bene, il documento del Fanar "Per la vita del mondo..." sotto questo aspetto è efficace al 100%.

Dopo l'adozione dei "Fondamenti della concezione sociale della Chiesa ortodossa russa" nel 2000, c'era l'idea che l'adozione di tale documento fosse necessaria già al livello del pleroma della Chiesa. La Chiesa deve rispondere alle domande con le quali ci mette alla prova la vita moderna con i suoi risultati scientifici, i cambiamenti nell'economia e nella sfera sociale. Ciò potrebbe essere realizzato solo consolidando tutte le forze spirituali e intellettuali di tutte le Chiese locali. Ma non è successo. E ora l'apparizione del documento di Costantinopoli "Per la vita del mondo..." mostra che la comprensione dei fondamenti della fede cristiana e le modalità della loro applicazione nella vita moderna variano tra le Chiese locali.

Ora non c'è comunione eucaristica tra i patriarcati di Mosca e Costantinopoli. La ragione è stata l'interferenza del Fanar negli affari della Chiesa ortodossa ucraina, la creazione di una struttura religiosa parallela e il conferimento aquat'ultima di un Tomos di autocefalia condizionale. Ma questa è solo la ragione visibile del divario nella comprensione dell'Ortodossia, che ha iniziato a prendere forma molti decenni prima. Il Patriarcato di Costantinopoli e la Chiesa ortodossa russa guardano in modo diverso a molti fenomeni del mondo moderno e danno loro diverse valutazioni teologiche. E se il conflitto religioso in Ucraina può essere rapidamente risolto attraverso i negoziati, se lo si desidera, superare invece le differenze in una visione del mondo già fissata a livello di documenti concettuali, è molto difficile, se è mai possibile.

Ecco alcuni esempi.

Atteggiamento verso il mondo LGBT

Come sapete, oggi la cartina di tornasole per essere "progressivi" o "retrogradi" è l'atteggiamento nei confronti dei rappresentanti del mondo LGBT. Ecco come questo atteggiamento è espresso nei "Fondamenti della concezione sociale della Chiesa ortodossa russa":

"XII.9. Le Sacre Scritture e l'insegnamento della Chiesa deplorano inequivocabilmente le relazioni omosessuali, vedendo in esse una viziosa distorsione della natura umana creata da Dio. <...> «Non illudetevi... né effeminati, né sodomiti... erediteranno il regno di Dio <...> La tradizione patristica in maniera altrettanto chiara e determinata condanna ogni manifestazione di omosessualità. <...> La Chiesa ortodossa muove dalla ferma ed immutata convinzione che l'unione coniugale dell'uomo e della donna stabilita da Dio non può essere paragonata alle manifestazioni pervertite della sessualità. Essa considera l'omosessualità uno stravolgimento peccaminoso della natura umana, il quale può essere superato da uno sforzo spirituale che porta alla guarigione e alla crescita personale dell'individuo".

Ed ecco cosa dice il documento di Costantinopoli "Per la vita del mondo..." sul tema LGBT.

"§19 Viviamo in un'epoca in cui la sessualità è diventata sempre più da comprendere come un destino personale e persino una questione privata. Numerosi dibattiti politici e sociali nel mondo moderno si rivolgono alle esigenze e ai bisogni distinti delle "identità" sessuali eterosessuali, omosessuali, bisessuali e di altro genere. <…> Deve essere considerato, inoltre, un diritto fondamentale di qualsiasi persona – che nessuno stato o autorità civile può presumere di violare – di rimanere liberi da persecuzioni o svantaggi legali a causa del suo orientamento sessuale. Ma la Chiesa comprende che l'identità umana risiede principalmente non nella propria sessualità o in qualsiasi altra qualità privata, ma piuttosto nell'immagine e nella somiglianza di Dio presente in tutti noi. Tutti i cristiani sono chiamati sempre a cercare l'immagine e la somiglianza di Dio gli uni negli altri, e a resistere a tutte le forme di discriminazione contro il proprio prossimo, a prescindere dall'orientamento sessuale".

Va notato che in questo testo non c'è una sola parola che dica che l'omosessualità sia un grave peccato che priva una persona di speranza per la vita eterna. Inoltre, le perversioni sessuali sono qui implicitamente giustificate. Si dice che, indipendentemente dall'orientamento sessuale, la cosa principale è cercare "l'immagine e la somiglianza di Dio" in una persona.

Atteggiamento nei confronti della politica

Nella questione dell'atteggiamento nei confronti della politica, la Chiesa ortodossa russa testimonia che la Chiesa unisce le persone indipendentemente dalle loro opinioni politiche e non dà la preferenza a nessun regime politico particolare: "Di fronte alle divergenze, ai contrasti e alle lotte della vita politica, la Chiesa predica la pace e la cooperazione fra gli uomini che seguono opinioni politiche diverse. Essa inoltre ammette l'esistenza di convinzioni politiche diverse tra l'episcopato, il clero e i laici, a eccezione di quelle che portino chiaramente ad azioni contrastanti con la dottrina religiosa ortodossa e con i principi morali della tradizione della Chiesa" ("Fondamenti della concezione sociale della Chiesa ortodossa russa").

Ma il documento di Costantinopoli "Per la vita del mondo ..." sostiene pienamente solo un particolare regime politico: "§10 In molti paesi del mondo oggi, l'ordine civile, la libertà, i diritti umani e la democrazia sono realtà di cui i cittadini possono fidarsi <…> ...e sarebbe irrazionale e privo di carità per i cristiani non provare sincera gratitudine per lo speciale genio democratico dell'età moderna. I cristiani ortodossi che godono dei grandi vantaggi di vivere in tali paesi non dovrebbero dare per scontati tali valori, ma dovrebbero invece sostenerli attivamente e lavorare per la conservazione e l'estensione delle istituzioni e dei costumi democratici all'interno dei quadri legali, culturali ed economici delle loro rispettive società".

La glorificazione dei valori democratici, dei diritti umani e di tutti i tipi di libertà civili nel documento "Per la vita del mondo ..." è espressa in modo chiaro che ha permesso ad alcuni scienziati politici di dichiarare una sorprendente somiglianza del concetto storico di "Per la vita del mondo..." con il programma elettorale di Joe Biden, candidato presidenziale del Partito Democratico americano.

Come vivere la vita per essere graditi a Dio?

In generale, la direzione del documento di Costantinopoli "Per la vita del mondo..." è fondamentalmente una proposta di soluzioni ai problemi dell'esistenza terrena dell'essere umano, una formulazione di principi di vita economica e sociale. La direzione dei "Fondamenti della concezione sociale" della Chiesa ortodossa russa è come vivere sulla terra in un modo gradito a Dio. Confrontiamo come questi due documenti vedono il lavoro umano.

Il documento di Costantinopoli "Per la vita del mondo ...": "§37 La Chiesa insiste sul fatto che un'economia o un'azienda giusta è quella che garantisce non solo la ragionevole produttività e la rispettabile retribuzione dei lavoratori, ma le loro opportunità di sufficiente riposo dal lavoro..." , ecc., compresi problemi di corruzione, investimenti all'estero e introduzione di prodotti sul mercato internazionale.

Ed ecco come viene visto il lavoro nei "Fondamenti della concezione sociale" della Chiesa ortodossa russa: "Da un punto di vista cristiano il lavoro in sé non è un valore assoluto. Esso è benedetto quando si manifesta come una collaborazione con il Signore e contribuisce alla realizzazione del suo progetto sul mondo e sull'uomo. Il lavoro non è invece cosa buona se è diretto al servizio degli interessi egoistici dell'individuo o di singole comunità, come pure al soddisfacimento dei desideri peccaminosi dello spirito e della carne. La sacra Scrittura indica due finalità morali del lavoro: mantenere se stessi, senza gravare su nessuno, e sostentare il bisognoso. L'Apostolo scrive: «Ci si dia da fare, lavorando onestamente con le proprie mani, per farne parte a chi si trova in necessità» (Ef 4,28). Tale lavoro educa l'anima e rafforza il corpo dell'uomo, offre al cristiano la possibilità di manifestare la propria fede in buone azioni di misericordia e di amore per il prossimo".

È anche interessante confrontare le prime parole dei due documenti.

Il documento di Costantinopoli "Per la vita del mondo...": "§1 La Chiesa ortodossa comprende la persona umana come creata a immagine e somiglianza di Dio (Gen 1:26). Essere fatti a immagine di Dio significa essere fatti per la libera e consapevole comunione e unione con Dio in Gesù Cristo, in quanto siamo formati in lui, attraverso di lui e per lui (Col 1:16)".

I "Fondamenti della concezione sociale" della Chiesa ortodossa russa: "I.1. La Chiesa è la comunità dei credenti in Cristo, nella quale Egli chiama tutti ad entrare. In essa «tutte le cose del cielo e della terra» devono essere ricapitolate in Cristo, poiché egli è il capo «della Chiesa, la quale è il suo corpo, la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose» (Ef 1:22-23). Nella Chiesa, per l'azione dello Spirito Santo, si attua la divinizzazione della creazione e si compie il progetto che dall'eternità Dio ha sul mondo e sull'uomo".

Entrambi parlano dell'unità dell'uomo con Cristo. Ma il documento di Costantinopoli non sottolinea che questa unità è possibile solo nella Chiesa di Cristo.

Infine, c'è il messaggio principale degli ultimi paragrafi dei due documenti.

Il documento di Costantinopoli "Per la vita del mondo...": "La Chiesa ortodossa vede come sua chiamata condannare la crudeltà e l'ingiustizia, le strutture economiche e politiche che favoriscono e preservano la povertà e la disuguaglianza, le forze ideologiche che incoraggiano l'odio e il bigottismo; ma non è la sua chiamata condannare il mondo, le nazioni o le anime".

I "Fondamenti della concezione sociale" della Chiesa ortodossa russa: "La Chiesa non può accogliere in maniera positiva un ordine mondiale che ponga al centro di tutto la personalità umana oscurata dal peccato".

Queste parole possono essere viste non semplicemente come una differenza ma come una contraddizione diretta di approcci e punti di vista.

Un passo verso l'unità ecumenica?

Come accennato all'inizio, a metà maggio nell'intellighenzia ucraina si è svolta una discussione online sul documento della Chiesa di Costantinopoli. Una delle tesi principali dei relatori è stata l'idea che "Per la vita del mondo ..." è un passo verso il riavvicinamento di ortodossi, cattolici e protestanti.

Konstantin Sigov, direttore del Centro di studi umanistici europei dell'Università Nazionale "Accademia Kyiv-Mohyla", ha dichiarato quanto segue:

"Questo documento è già letto da teologi e filosofi delle chiese cattolica e protestante – le più grandi chiese del mondo. Secondo Anne-Marie Peltier, una studiosa biblica, 'Per la vita del mondo...' è una lingua comune degli ortodossi e dei cattolici. Cioè, per un miliardo di cattolici romani, questo documento è importante e farà rivivere la discussione. Proprio come ha fatto con i protestanti. Cioè, questo documento offre un nuovo spazio per il dialogo".

* * *

Rispondendo alla domanda posta all'inizio dell'articolo: come si evidenzia dalla concezione sociale del Patriarcato di Costantinopoli, possiamo dire che essa mostra che il Fanar si sta muovendo sempre più verso il liberalismo, l'ecumenismo, la preoccupazione per l'ambiente e i diritti umani e la difesa della democrazia e della giustizia sociale. La preoccupazione per l'uomo e il suo benessere durante la sua vita terrena è certamente buona, ma è in qualche modo diversa dalle parole del Salvatore: "Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" (Mt 6:33).

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