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  Ogni cristiano ortodosso dovrebbe guardare Spotlight

di Andrew F. Estocin

Pravmir

21 marzo 2016

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Più cose buone, e più spesso.

Gli scrittori cristiani ortodossi sono spesso chiamati a scrivere articoli che si concentrano su aspetti positivi della vita nella Chiesa. Viaggi missionari, ricette di digiuno e usanze etniche sono tutti argomenti che rendono amichevole un incontro con il cristianesimo ortodosso.

Ma cosa succederebbe se l'appello fare più cose buone, e più spesso, fosse molto più difficile?

Che cosa succederebbe se fare più cose buone, e più spesso, significasse essere impopolare? Che cosa succederebbe se fare più cose buone, e più spesso, significasse essere rinnegato da quelli che ci circondano?

Il film Spotlight ha recentemente vinto l'Oscar per il miglior film. Racconta la storia di un gruppo dedicato di giornalisti che ha combattuto una cultura di negazione e ha scoperto decenni di abusi nell'arcidiocesi cattolica di Boston, insieme con gli sforzi per sopprimere la responsabilità dei suoi dirigenti. Spotlight è un film che ogni cristiano ortodosso dovrebbe guardare durante la Grande Quaresima. Gli abusi sui minori, l'uso improprio dell'autorità e il clericalismo non si limitano alla Chiesa cattolica romana. Sono presenti anche nella Chiesa ortodossa. Spotlight è un potente promemoria che il sincero pentimento significa arrivare a capire la realtà così com'è – non la realtà così come si vorrebbe che fosse. "I servitori della verità devono dire la verità.", Scrive sant'Ilario di Poitiers.

Qui ci sono tre lezioni che i cristiani ortodossi possono imparare da Spotlight:

La segretezza può essere utilizzata impropriamente: La Chiesa spesso pratica la segretezza in questioni come il sacramento della confessione e la consulenza pastorale. Questa riservatezza è normale e sana. Tuttavia, la segretezza può anche essere uno strumento usato impropriamente. Ciò è particolarmente vero nella vita amministrativa della Chiesa in cui gli appelli alla segretezza hanno il potenziale di mascherare gravi problemi che devono essere divulgati e a cui si deve porre rimedio. Non c'è alcuna ragione morale o teologica perché la Chiesa ortodossa conduca qualsiasi parte della sua vita amministrativa in segreto. Trasparenza e responsabilità sono il fondamento della vera conciliarità. La trasparenza e la responsabilità sono anche l'essenza della sana amministrazione. La Chiesa è un ospedale che deve continuamente arrivare a capire le proprie malattie mentre serve come modello per ciò che significa vivere una vita sana nel mondo. La verità espressa con amore guarisce sempre, mentre la segretezza impropria permette al peccato di prosperare. Sant'Antonio il Grande lo ricorda quando scrive "I veri beati non sono quelli che possono fare miracoli o vedere gli angeli; i veri beati sono quelli che possono vedere i propri peccati".

L'Ortodossia punta sulla fedeltà – non sul successo: San Gregorio Palamas scrive: "Considerando che l'amore per Dio è la fonte e l'origine di ogni virtù, l'amore per il mondo è la causa di tutti i mali." Uno dei temi più tragici che si dipana in Spotlight è come la Chiesa di Boston abbia venduto la fedeltà a Cristo per il successo mondano. Il materialismo fa tacere la voce di Cristo e di conseguenza i bambini sono danneggiati. Le cene elaborate diventano più importanti che servire i poveri. Ciò che la Chiesa possiede diventa più importante di ciò che la Chiesa fa. Oggi, ogni comunità ortodossa si trova di fronte alla tentazione di preferire il suo successo materiale alla sua vocazione cristiana. Quante volte vediamo parrocchie di successo con santuari elaborati e strutture costose? Quante volte si misura la capacità di una persona di essere un leader esclusivamente sulla sua ricchezza e influenza? Queste tentazioni sono costantemente presenti e devono essere superate se la Chiesa vuole vivere la sua missione.

L'obbedienza può essere abusata: Spotlight mostra che gli appelli all'obbedienza e al "bene della Chiesa" possono essere abusati da coloro che hanno autorità. Molti dei personaggi del film, che scelgono di ignorare il male davanti ai loro occhi, trovano scuse come risultato di una comprensione malsana dell'obbedienza. L'obbedienza è un tema che appare spesso nel cristianesimo ortodosso. I cristiani ortodossi devono obbedire ai loro genitori, sacerdoti, gerarchi e padri spirituali. L'obbedienza è una virtù per i cristiani ortodossi, ma può essere anche abusata. Una delle tragedie della Chiesa di oggi è che continua a esserci in alcuni ambienti un modello malsano di leadership che pretende una forma di obbedienza centrata sul potere e controllo. Questo marchio di obbedienza degrada coloro che sono alla ricerca di un senso della loro vita. Crea anche danni prolungati. A nessun cristiano ortodosso dovrebbe mai essere chiesto di ignorare la loro coscienza per il bene dell'obbedienza. Nessun cristiano ortodosso può giustificare degli illeciti facendo appello al "bene della Chiesa". Padre Stephen Freeman lo dice nel modo migliore, "l'obbedienza non è la distruzione della volontà, o semplicemente 'fare quello che ti viene detto'. L'obbedienza richiede un'unione di fiducia con Dio, in cui si riconosce che la direzione della nostra vita è un dono, piuttosto che una scelta ideata da noi. Si tratta di un movimento del cuore verso Dio, piuttosto che una affermazione del sé. Questo, tuttavia, non può essere oggetto di costrizione. Non c'è obbedienza con la coercizione".

Spotlight è un promemoria che ogni cristiano ortodosso è responsabile della salute della Chiesa. Ogni cristiano ortodosso è responsabile della protezione dei più deboli della società. La più grande misura del nostro benessere come cristiani ortodossi non è la dimensione degli edifici della Chiesa o dei conti bancari, ma se si vive o no il Vangelo e si tutelano i più vulnerabili tra noi. I cristiani ortodossi devono essere vigili per evitare le carenze che hanno portato agli eventi raccontati in Spotlight. Non vi è alcuna garanzia che ciò che è avvenuto a Boston non possa accadere nelle nostre comunità.

Sentirsi bene non è lo stessa cosa che essere buoni. Il cristianesimo ortodosso non riguarda il potere del pensiero positivo. Non è un esercizio di creazione della realtà che vorremmo a spese del mondo come è veramente. L'invito a fare più cose buone, più spesso, è la via dura e stretta percorsa da Gesù Cristo. Non è il sentiero verso le emozioni positive, ma verso una vera e propria ascesi e un'autentica umanità. È il seritero verso la verità. Padre Thomas Hopko lo descrive in modo eccellente:

"Il Dio che è misericordioso e compassionevole, lento all'ira e abbondante di grazia e di fedeltà, che ci dona la sua vita divina e la pace e la gioia per sempre, è prima di tutto l'Amante divino che ferisce la sua amata, e poi si nasconde da lei, sperando di essere cercato e trovato. È il Padre che castiga e discipline a i suoi figli. È il vignaiolo che taglia e pota le sue vigne in modo che portino molto frutto. È il gioielliere che brucia il suo oro nel suo fuoco divino in modo che siano eliminate tutte le impurità. È il vasaio che continuamente demolisce e rimodella e cuoce nuovamente la sua argilla fangosa in modo che possa essere il vaso di terra che egli vuole che sia, capace di contenerere la sua stessa grazia trascendente, il suo potere, la sua gloria e la sua pace".

Questa grazia trascendente, il potere, la gloria e la pace sono il vero significato di fare più cose buone, più spesso, e sono il cuore della fede cristiana ortodossa tramandataci dagli apostoli.

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