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  La Chiesa e le armi

di padre Ernesto Obregon

da orthocuban.com, 13 aprile 2015

riportato in pravmir.com, 22 aprile 2015

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Un vescovo e un prete cattolici romani, un sacerdote ortodosso, una pastora protestante e due rabbini ebrei stavano facendo la benedizione delle armi. Vi sembra l'inizio di una barzelletta? Guardate le immagini qui sopra per avere un esempio di ciascuno dei protagonisti. Ma d'accordo, vi dirò una barzelletta. Non so da dove viene.

Una domenica mattina, una chiesa da duemila posti era piena fino a traboccare. Il predicatore era pronto per iniziare il sermone, quando due uomini, vestiti con lunghi cappotti neri e cappelli neri entrarono dal retro della chiesa. Uno dei due uomini avanzò al centro della chiesa, mentre l'altro rimase in fondo alla chiesa. Po entrambi tirarono fuori fucili mitragliatori da sotto i loro cappotti. Quello in mezzo annunciò, "Tutti quelli che sono disposti a prendersi un proiettile per Gesù se ne stiano al proprio posto!" Naturalmente, i banchi sui svuotarono subito, seguiti dal coro. I diaconi corsero fuori dalla porta, seguiti dal direttore del coro e dal vice parroco. Dopo pochi istanti, una ventina di persone erano rimaste sedute in chiesa. Il predicatore se ne stava bloccato sul pulpito. Gli uomini ritirarono le armi e dissero, con delicatezza, al predicatore, "Va bene, reverendo, gli ipocriti se sono andati. Può iniziare la predica".

Ah, sì, possiamo iniziare la predica. Sia che siamo d'accordo con la benedizione delle armi oppure no, dobbiamo ammettere che sia nella storia ebraica sia in quella cristiana vi è una lunga storia di benedizione delle armi. Possiamo sostenere che la benedizione delle armi non si trova nel Nuovo Testamento o nella Chiesa primitiva. Ma, è anche vero che in Romani 13 san Paolo sostiene che è il Signore che ha dato ai governanti il diritto di usare le armi, come un modo per sopprimere i trasgressori.

Da qualche parte nella storia la Chiesa, alla fine, è arrivata al punto in cui ha dovuto prendere alcune decisioni. Quel punto è stato raggiunto quando i cristiani sono diventati la maggioranza in Armenia e nell'Impero romano. A quel punto, la Chiesa non poteva più evitare di essere coinvolta nelle faccende dell'Impero. Quando l'imperatore è cristiano, quando l'esercito è in gran parte cristiano, quando il Senato è in gran parte cristiano, quando i giudici sono cristiani, allora la Chiesa non ha altra scelta se non quella di parlare con chiarezza nella vita di governo del paese. L'esperimento americano con la separazione tra Chiesa e Stato non ha tenuto conto del fatto di quella realtà, ma piuttosto l'ha data per scontata. I padri fondatori non avevano mai pensato a ciò che potrebbe significare per il governo il fatto che la Chiesa sia completamente separata dallo Stato. Hanno dato per scontata una morale che era fondamentalmente cristiana, ma reagivano alla persecuzione che le confessioni non riconosciute avevano sperimentato in Europa. Anche i Padri Fondatori non cristiani davano per scontato un accordo generale sulla moralità, anche se Benjamin Franklin era piuttosto l'eccezione.

Ma i primi Padri della Chiesa si trovavano di fronte a un paese che non aveva un retaggio di morale cristiana, e che pure ora era governato da cristiani. Fu a quel punto che la Chiesa dovette aiutare a guidare il paese verso una nuova moralità. Il tentativo non era perfetto, ma di fatto cambiò la società. In mezzo a quel tentativo, dovettero affrontare la questione dell'esercito. O l'esercito era parte del piano di Dio, e in questo senso era divino, o non lo era. Se era parte del piano di Dio, allora, proprio come dice san Paolo in Romani 13, reggeva la spada come parte dell'assegnazione a loro data da Dio. Se questo era vero. Se l'esercito portava armi in modo appropriato, e dato che Dio lo aveva assegnato a quel ruolo, di conseguenza non è inopportuno pensare che le armi debbano essere benedette in modo che l'esercito possa svolgere la soppressione dei fuorilegge in un modo appropriato e timorato di Dio.

Molti cristiani che inorridiscono alla benedizione delle armi non sono, peraltro, necessariamente opposti all'idea di avere delle forze armate. Eppure, in qualche modo vedono la benedizione delle armi come una cosa terribile, pur volendo riconoscere la necessità delle forze armate. Tuttavia, non si rendono conto che stanno inviando un messaggio contraddittorio alla Chiesa e alle truppe. Stanno dicendo che va bene difendere il paese, ma che le armi che usano sono empie? Come possiamo spiegare ai cristiani che va bene far parte delle forze armate, ma al contempo dire loro che stanno usando armi empie?

Ora, alcuni primi Padri della Chiesa hanno visto chiaramente come incoerente il fatto che un cristiano serva nell'esercito perché avrebbe utilizzato armi empie in un compito empio. Ma questi non erano la maggioranza. E i primi Padri della Chiesa vissuti dopo il periodo in cui la Chiesa è diventata la maggioranza non sembrano più avere tale restrizione. Avevano dovuto affrontare la questione dei cristiani nell'esercito quando essi erano la maggioranza del paese e del governo. Quindi, se va bene essere nelle forze armate, va anche bene benedire le armi che vengono utilizzate dalle forze armate. Se compito è divino, allora sicuramente molti dei mezzi deve anch'essi essere divini, anche se conducono a risultati indesiderati.

No, io non ho risposte semplici. Ma noi dobbiamo imparare a pensare a queste cose in modo logico. Gran parte della repulsione per la benedizione delle armi viene da una iper-spiritualizzazione della Chiesa. All'estremo opposto, invece, (e questo sarà un altro argomento) ci sono quelli che vogliono che la Chiesa approvi qualsiasi utilizzo di armi, incluse l'auto-difesa, la rivoluzione, etc. Nessuna di queste posizioni mi sembra logica, anche se non ho risposte semplici da dare.

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