Рубрика

 

Информация о приходе на других языках

Mirrors.php?cat_id=27&locale=ru&id=205  Mirrors.php?cat_id=27&locale=ru&id=602  Mirrors.php?cat_id=27&locale=ru&id=646  Mirrors.php?cat_id=27&locale=ru&id=647  Mirrors.php?cat_id=27&locale=ru&id=4898 
Mirrors.php?cat_id=27&locale=ru&id=2779  Mirrors.php?cat_id=27&locale=ru&id=204  Mirrors.php?cat_id=27&locale=ru&id=206  Mirrors.php?cat_id=27&locale=ru&id=207  Mirrors.php?cat_id=27&locale=ru&id=208 
Mirrors.php?cat_id=27&locale=ru&id=3944  Mirrors.php?cat_id=27&locale=ru&id=7999  Mirrors.php?cat_id=27&locale=ru&id=8801  Mirrors.php?cat_id=27&locale=ru&id=9731  Mirrors.php?cat_id=27&locale=ru&id=9782 
Mirrors.php?cat_id=27&locale=ru&id=11631         
 

Православный календарь

   

Воскресная школа прихода

   

Поиск

 

Главное

04/10/2023  Scoperte, innovazioni e invenzioni russe  
14/03/2020  I consigli di un monaco per chi è bloccato in casa  
11/11/2018  Cronologia della crisi ucraina (aggiornamento: 3 febbraio 2021)  
30/01/2016  I vescovi ortodossi con giurisdizione sull'Italia (aggiornamento: 21 dicembre 2022)  
02/07/2015  Come imparare a distinguere le icone eterodosse  
19/04/2015  Viaggio tra le iconostasi ortodosse in Italia  
17/03/2013  UNA GUIDA ALL'USO DEL SITO (aggiornamento: aprile 2015)  
21/02/2013  Отпевание и панихиды  
10/11/2012  I padrini di battesimo e il loro ruolo nella vita del figlioccio  
31/08/2012  I nostri iconografi: Iurie Braşoveanu  
31/08/2012  I nostri iconografi: Ovidiu Boc  
07/06/2012  I nomi di battesimo nella Chiesa ortodossa  
01/06/2012  Indicazioni per una Veglia di Tutta la Notte  
31/05/2012  La Veglia di Tutta la Notte  
28/05/2012  Подготовка к таинству Брака в Православной Церкви  
08/05/2012  La Divina Liturgia con note di servizio  
29/04/2012  Подготовка к таинству Крещения в Православной Церкви  
11/04/2012  CHIESE ORTODOSSE E ORIENTALI A TORINO  
 



Главная  >  Сбор текстов  >  Sezione 3
  I diritti di un prete

dell'arciprete Michael Gillis

Pravmir

31 agosto 2016

Clicca per SCARICARE il documento come PDF file  
Поделиться:

Sono finalmente rientrato a casa dai miei giri di tutta l'estate. Ci si sente bene all'idea di stare a casa (più o meno) per i prossimi nove mesi.

il metropolita Hierotheos di Nafpaktos

Uno dei miei viaggi all'inizio di questa estate è stato a un simposio del clero. L'oratore era il metropolita Hierotheos di Nafpaktos. Sono rimasto stupito e benedetto dalla sua presenza e dal suo insegnamento. Non che sua Eminenza Hierotheos abbia detto tanto di particolarmente nuovo o sconosciuto, non certo se avete letto alcuni dei suoi molti libri che sono stati tradotti in inglese (come per esempio "La mente della Chiesa ortodossa" o "Una notte nel deserto del Monte Santo" o "La vita dopo la morte", solo per citarne alcuni). Ma ha parlato con una sorta di umiltà e gentilezza che dava alle sue parole una straordinaria potenza. Tra le molte pagine di appunti che ho preso, una delle citazioni è rimasta con me in modo speciale questa estate. La citazione è questa (almeno per quanto ho scritto nelle mie note):

"L'Occidente sottolinea la giustizia di Dio come la più alta regola o giudizio; ma l'Oriente sottolinea l'amore: l'amore di Dio come padre".

Ora, la ragione per questa citazione mi è rimasta in mente non ha nulla a che fare con le differenze teologiche tra le forme occidentali e orientali del cristianesimo. Piuttosto, ha a che fare con la realtà che, anche se la teologia ortodossa sottolinea l'amore paterno di Dio, molti dei padri nella chiesa, dei membri del clero – io stesso primo fra tutti – enfatizzare i loro diritti, piuttosto che l'amore paterno, quando si tratta di affrontare i conflitti con i loro parrocchiani.

Lasciatemi spiegare. Molti chierici ortodossi sono piuttosto isolati. Comunemente i preti ortodossi vivono in comunità in cui non vi sono altri preti ortodossi con i quali si può sviluppare un rapporto di amicizia. Ci possono, di fatto, essere alcuni altri preti ortodossi raggiungibili a breve distanza in auto, ma (come tutti sanno) solo perché si condivide la stessa carriera professionale di qualcun altro, ciò non significa che si sarà automaticamente buoni amici. E in particolare nel caso di clero ortodosso, proprio perché ci potrebbero essere alcuni preti ortodossi in una città, ciò non vuol dire che tutti parlino la stessa lingua o condividano la stessa cultura.

Di conseguenza, quando i chierici ortodossi si riuniscono nei raduni o nei campi o per ritiri, li si trova spesso ammassati in piccoli gruppi o a coppie, assorti in intense conversazioni mentre si riversano l'un l'altro i loro guai, preoccupazioni, rabbie, paure e dubbi. Un tema che è venuto alla superficie in più di un paio di riunioni in cui mi sono trovato in questa estate è quello dei "diritti" di un prete. In particolare, se ne è parlato nel contesto dei diritti di un prete nei confronti della parrocchia o del consiglio parrocchiale. Per esempio, secondo la costituzione di una parrocchia e l'istruzione del vescovo, un sacerdote ha il diritto di aspettarsi di essere sostenuto finanziariamente dalla parrocchia che sta servendo.

Tuttavia, ho anche sentito la parola "diritti" utilizzata in un altro contesto, un contesto che mi ha turbato un po', e questo è ciò che vorrei analizzare oggi. Il contesto che mi preoccupa è quando io, o qualunque sacerdote, parlo di un diritto a essere rispettato come il padre di una comunità. Ora, da una parte, è stato l'insegnamento costante della Chiesa fin dai primi giorni che la grazia del sacerdozio deve essere rispettata a prescindere dalla dignità dell'uomo portatore della grazia. Questo principio non è molto diverso, in realtà, dal rispetto del rango in campo militare o dell'ufficio in politica. Che io rispetti oppure no la nostra regina personalmente, devo rispettare il suo ufficio. D'altra parte, talvolta accade che un uomo che porta la grazia del sacerdozio parli o si comporti in modi che non sono degni di rispetto. Quando questo accade, è molto difficile per un sacerdote ascoltare i laici che tentano di spiegargli che, anche se rispettano la grazia del sacerdozio da lui portata, alcune delle sue parole o azioni sono indegne di quella stessa grazia. In realtà, a parte un miracolo, può essere impossibile che un prete ascolti tali spiegazioni.

Di solito, il meglio che si possa sperare a livello umano è che il vescovo del sacerdote sarà abbastanza vicino e abbastanza attento per sentire il belato delle pecore, per ascoltare le loro frustrazioni e preoccupazioni, e poi parlare egli stesso al sacerdote circa il discorso o comportamento indegno. Ma anche se è molto più facile per un prete sentire e ascoltare le critiche del suo vescovo, anche in questo caso può essere molto difficile. Ho osservato che le persone in posizioni di rispetto e di potere spesso non riescono a sentire critiche valide, non solo di quelli di cui hanno cura, ma anche di quelli che li sorvegliano. E non sto solo parlando dei preti. Ho passato circa 25 anni nel mondo accademico. Se esiste nella società moderna una posizione più inattaccabile di quella di un prete da parte dei suoi parrocchiani, è quella di un professore universitario di ruolo da parte dei suoi allievi. Potrei raccontarvi storie agghiaccianti sull'arroganza, sull'insensibilità e a volte sulla semplice crudeltà dei professori universitari. I medici, la polizia, i politici, gli insegnanti, i burocrati di tutte le forme e dimensioni, in pratica chiunque abbia autorità nella società può essere abbastanza sordo quando si tratta di ascoltare le legittime preoccupazioni di coloro sui quali esercita autorità.

Ma, potreste dire, i preti non dovrebbero essere differenti? Non dovrebbero avere uno standard più elevato? I preti non dovrebbero essere – beh, più cristiani? Sì, immagino di sì, proprio come, forse, ci si aspetterebbe che i medici fossero più sani. Ma neanche i medici seguono sempre i loro stessi consigli.

Quindi, cosa dovremmo fare? Cosa dovrebbero fare i laici quando hanno un sacerdote le cui parole o azioni sono indegne della grazia del sacerdozio? Cosa dovrebbero fare i sacerdoti (o qualsiasi persona in una posizione di autorità) per ascoltare meglio la voce di coloro di cui hanno cura, soprattutto quando quella voce è critica verso di loro?

Quando un laico è offeso dalle parole o dalle azioni di un prete, come prima cosa deve sempre pregare. Io posso parlare solo alle orecchie di qualcuno, Dio può parlare al cuore. La preghiera non è la nostra ultima risorsa, è la nostra prima e unica risposta veramente efficace al conflitto con gli altri, in particolare all'interno della famiglia cristiana. Oltre alla preghiera, in qualsiasi conflitto con un prete (o con qualsiasi persona, se è per questo) è generalmente una buona idea seguire il consiglio di Matteo 18:15-17. Rispettosamente, si dovrebbe andare dal sacerdote privatamente e condividere la preoccupazione con lui. Se non vi ascolta, dovreste andare di nuovo a parlargli con uno o due altri. Se si rifiuta ancora di ascoltare, parlate con il vescovo. A questo punto, la cosa è fuori delle vostre mani. Avete fatto tutto quel che si può fare, almeno tutto quel che si può fare rettamente. Naturalmente, se non vi importa della giustizia, ci sono tutti i tipi di modi politici per mandar via un prete da una chiesa. Ma pensateci: se a voi non importa della giustizia, perché dovrebbe importare al vostro prete?

Ma potreste dire, "Così distruggerà la Chiesa! Devo fare qualcosa". Ebbene, nel caso che lo abbiate dimenticato, anche pregare è fare qualcosa. Quale Chiesa, comunque? Pensate di avere più cura voi della Chiesa di quanta ne abbia Dio? Il nostro dovere è pregare e mantenere la giustizia anche in circostanze difficili. Se noi combattiamo il fuoco con il fuoco, se ricorriamo a ingiusti pettegolezzi e sotterfugi di manovre politiche per ottenere quel che vogliamo, come possiamo dire che stiamo agendo in modo diverso dal sacerdote da cui siamo offesi? Forse riceviamo il prete che ci meritiamo, come ho sentito dire una volta da padre Thomas Hopko.

D'altra parte, che cosa può fare un sacerdote per ascoltare meglio? Ebbene, come prete posso sire onestamente che non lo so. Un consiglio che ho sentito dal mio vescovo in una riunione del clero molto tempo fa, tuttavia, mi stato utile nel corso degli anni. Ha detto ai sacerdoti che dovevano guadagnare il rispetto delle persone attraverso l'amore. Ha detto che non sono affari del prete se la gente lo rispetta o no. È vantaggioso per i fedeli rispettare il loro sacerdote; ma se non lo fanno, sono affari loro, non del prete. Il prete è chiamato a guadagnare il loro rispetto attraverso l'amore.

Queste parole mi ricordano una storia, che ho letto una volta (non ricordo dove), di un uomo che è tornato a casa dopo dieci anni in un campo di lavoro comunista. Quando era stato portato via, sua moglie era incinta. Quando tornò, aveva un figlio di nove anni e mezzo, che lo percepiva come un estraneo e un intruso nel rapporto intimo di parentela che il ragazzo aveva con la madre. Non c'era alcun dubbio che il padre fosse davvero il ​​padre e che avesse tutti i diritti di un padre nella famiglia. Il padre aveva il diritto di essere rispettato. Ma anche se il ragazzo non rispettava il padre né si fidava di lui e lo vedeva solo come un estraneo, il padre amava il ragazzo. Eppure il ragazzo era incredulo. Anche le parole della madre erano inutili; infatti, le esortazioni della madre a rispettare il padre peggioravano solo le cose. Rendevano solo il ragazzo più sicuro che il padre fosse un'influenza esterna, che corrompeva e distruggeva la sua famiglia, e la serietà della madre lo spinse persino a prendere in considerazione la fuga. Il padre saggiamente comprese la frustrazione e la rabbia del ragazzo, e molto lentamente, nel corso di un paio d'anni, lavorò per guadagnare la fiducia del ragazzo e, infine, il suo rispetto e il suo amore.

Sono giunto a pensare che questo è il modo in cui devo imparare a interagire con i miei parrocchiani. Da un lato, sono stato ordinato e assegnato dal vescovo come parroco di una certa parrocchia. I "diritti" o rispetto associati a questa ordinazione e nomina non sono in discussione. Tuttavia, d'altra parte, come il ragazzo di nove anni e mezzo nella storia, i miei parrocchiani non mi conoscono. Io sono un estraneo per loro. Se insisto sui miei diritti, se insisto sul loro rispetto, allora c'è una buona probabilità che io possa alienare alcune persone della comunità, dando loro una scusa per stare lontano dalla chiesa (con loro dolore, e forse a la mia condanna nel giorno del giudizio). Ma se, come un padre amorevole, posso ignorare le espressioni di mancanza di rispetto; se posso ignorare i fatti sui quali posso avere il diritto di insistere; e se posso amare, e ascoltare il dolore e la confusione e le preoccupazioni dei miei parrocchiani, forse in pochi anni posso guadagnare il loro rispetto, non per me, ma per il bene della loro salvezza e, forse, anche per la mia salvezza.

La teoria del vivere insieme in pace come famiglia cristiana all'interno della chiesa è ingannevolmente semplice. Viverla, però, richiederà a tutti noi di morire a noi stessi e di avere fiducia in Dio con tutto il nostro cuore.

Поделиться:
Главная  >  Сбор текстов  >  Sezione 3