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  Come dovrebbe un cristiano ortodosso celebrare il suo compleanno e il suo onomastico?

del sacerdote Andrej Chizhenko

2 novembre 2016

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Un sacerdote stava celebrando il suo compleanno, che coincideva con il suo onomastico. Al termine della Divina Liturgia di quel giorno uscì sulla solea, dove i sacerdoti e i fedeli erano riuniti per congratularsi con lui per la sua celebrazione personale. Batjushka, con il viso raggiante di gioia, esclamò la stichira pasquale: "Questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso..."

In effetti, il compleanno di un uomo e il suo onomastico sono le sue piccole Pasque personali, la sua risurrezione personale. E tutti quelli che gli stanno intorno, che gli sono vicini, che lo amano, si rallegrano con lui. Dopo tutto, è nato un intero universo; Dio ha creato con il suo ineffabile amore un intero microcosmo a sua immagine e somiglianza.

A volte la gente chiede: "Perché il Creatore crea i peccatori, se sapeva che le pene dell'inferno li aspettano comunque?" La risposta, mi sembra, è che le pene dell'inferno sono ancora meglio della non-esistenza. Cosa può essere paragonato con il fatto che l'anima umana conosce se stessa come personalità e individualità, e gode di esistere?

Quindi, naturalmente, il tuo compleanno è un giorno speciale, quando il mondo è diventato migliore, più bello, più gentile, perché un'altra persona unica è comparsa in esso – tu stesso.

Perché il suicidio è il peccato più grave? Perché la vita umana è un miracolo. Si tratta di un grande miracolo di Dio! E provare disgusto verso di essa, oppure odio, o il desiderio di distruzione o un ritorno al nulla è la stessa cosa, per esempio, che avere disgusto per una farfalla, per un bel tramonto cremisi o una delicata alba rosa. Per Dio stesso. Per l'amore.

Il compleanno di un uomo è come il compleanno di una brillante supernova!

In questo si esprime il grande amore di Dio, che Egli ha creato dal nulla una persona del tutto particolare, che non ha equivalenti.

E, naturalmente, la sensazione principale che dovremmo avere verso il nostro compleanno è di gratitudine verso Dio nostro Creatore, verso i nostri genitori e la vita.

E meglio di tutto, al fine di esprimere questa gratitudine a Dio, possiamo confessarci e comunicarci ai santi misteri di Cristo nella Liturgia. Far servire un Moleben di ringraziamento. Il suo culmine è quando il sacerdote, davanti al trono di Dio, alza le mani verso l'alto (questo è sempre uno dei momenti più riverenti e allo stesso tempo più tesi di qualsiasi funzione) e proclama in modo solenne: "Gloria a Te, o Dio, nostro benefattore, nei secoli dei secoli". In questa esclamazione di festa, piena di amore riverente, c'è qualcosa di infinitamente infantile e tenero, indirizzato al nostro amato Padre celeste. È simile all'esclamazione al Mattutino, "Gloria a te, che ci hai mostrato la luce". E in effetti, Dio ci ha mostrato la luce.

Si può leggere una preghiera speciale denominata "preghiera nel Giorno della nascita". La preghiera si conclude con parole belle e necessarie, in cui chi festeggia il suo compleanno supplica, "O Signore, benedici tu stesso quest'anno che inizia per me e tutti i giorni della mia vita. Amen". Se noi preghiamo Dio con un cuore puro di aiutarci nella nostra vita, allora, naturalmente, il Signore ci invierà la sua grazia.

Si può vivere il proprio onomastico [ "тезоименитства"] in modo simile – è il giorno della commemorazione del santo in onore del quale si è ricevuto il nome nel mistero del battesimo.

La parola slavonica "тезоименитство" (da "тезица" – uguale, identico) denota nomi identici, o l'essere chiamato con lo stesso nome. Questo santo è il tuo protettore celeste, e intercede e prega sempre davanti al trono di Dio per la salvezza della tua anima. Ti guida anche, e ti aiuta nella tua vita terrena. Questo è il motivo per cui la Chiesa raccomanda ogni mattina, dopo aver completato la regola della preghiera del mattino, di pregare anche per il tuo santo, per quanto brevemente: "Prega Dio per me, o Dio santo gradito a Dio, N., perché con fervore a te ricorro: sii pronto sostegno e intercessore dell'anima mia". Il tuo onomastico, credo, è utile leggere anche l'Acatisto al tuo santo e celeste protettore. Il tuo onomastico è spesso chiamato giorno dell'angelo. Nell'anno liturgico della Chiesa ci sono due giorni in cui tutti i cristiani ortodossi celebrano il loro onomastico e il loro giorno dell'angelo: la Domenica di Tutti i Santi, celebrata la Domenica successiva la Pentecoste, e il 21 novembre (nuovo stile), giorno della Sinassi dell'Arcangelo Michele e delle altre celesti potenze incorporee. Inoltre vi è un'altra cosa positiva in merito agli onomastici – ricordiamo il giorno della nostra nascita spirituale, il giorno in cui il mistero del battesimo è stato celebrato su di noi,  o quando la preghiera per la concessione di un nome è letta su di noi (nel Trebnik o Benedizionale, "Preghiera al momento della nomina di un bambino, quando riceve un nome all'ottavo giorno dopo la nascita").

In definitiva dobbiamo capire che il Signore ci porta nelle sue mani tutti i giorni della nostra vita. Si prende cura del nostro ambiente, del nostro pane quotidiano, della nostra sicurezza e protezione dagli spiriti maligni e di tante altre cose che ancora non comprendiamo.

E felice è l'uomo la cui vita diventa un inno, un salmo di lode a Dio, nostro Padre amorevole. Un tale uomo, infatti, implora il Signore per una sola cosa: di non abbandonarlo per la sua stessa iniquità e di non cadere dal calore delle sue mani, ma di rimanere in esse, arrendendosi pienamente alla volontà di Dio. Il Signore ci porterà verso una beatitudine ancora maggiore nella città celeste della Nuova Gerusalemme, dove non sarà né dolore, né lacrime, né disperazione, ma un puro fiume d'acqua della vita, limpido come cristallo, che scaturisce dal trono di Dio e dell'Agnello (Ap 22:1).

Così come siamo stati creati dalla non-esistenza per la vita eterna, iscriviamo nel nostro cuore, con l'aiuto di Dio, queste grandi e belle parole: Questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso.

E possa questa vera gioia pasquale accendersi nel cuore di ogni festeggiato!

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