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  Il digiuno alla vigilia della Natività e della Teofania

Dal blog di padre John Whiteford, 10 gennaio 2014

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Domanda: Le vigilie del Natale e della Teofania sono chiamate "giorni di digiuno stretto", tuttavia, sembra che in questi giorni siano anche giorni di "vino e olio", e non solo quando cadono il sabato o la domenica, ma ogni giorno. Almeno è così nei calendari di tradizione slava. Comunque, vedo che sul sito dell'Arcidiocesi greca d'America la scorsa vigilia della Teofania è stata considerata un digiuno senza vino e olio nonostante fosse una domenica. Quindi forse i greci digiunano rigorosamente in questi giorni, astenendosi dal vino e dall'olio anche la domenica. Ma cosa significa nell'uso slavo un "giorno di digiuno rigoroso", ma con vino e olio?

Ci sono diversi gradi di digiuno, in termini di ciò che si può mangiare, ma ci sono anche varie rubriche relative a quale punto della giornata possiamo mangiare qualcosa nei giorni di digiuno. Ma poi a volte le rubriche del Tipico non sono molto esplicite, e quindi possono avere più di un'interpretazione. Il Tipico è molto esplicito nel dire che, quando le vigilie del Natale o della Teofania cadono al sabato o alla domenica, non sono giorni di digiuno rigoroso. Quando questo accade, secondo il Tipico, dopo la liturgia mangiamo del pane e beviamo un bicchiere di vino, e poi facciamo un pasto più completo dopo i Vespri. Quando queste vigilie cadono nei giorni feriali, invece, se la salute lo permette, noi non mangiamo o beviamo nulla fino a dopo i Vespri. Anche durante la Quaresima, il vino e l'olio sono sempre consentiti il sabato e la domenica, perché il digiuno rigoroso è vietato in quei giorni. L'eccezione a questa regola è il Sabato Santo, quando non mangiamo fino a dopo la Liturgia vesperale, che è, secondo le rubriche, la più tarda Liturgia dell'anno, e quindi prendiamo il vino, ma non l'olio, e altrimenti possiamo fare un semplice pasto quaresimale. Ho il sospetto che la pratica greca sia in realtà la stessa, e che il sito dell'Arcidiocesi greca sia impreciso solo su questo punto.

Al Venerdì Santo, il Tipico in realtà chiede che non si mangi nulla:

"In questo giorno santo non si offre un pasto né si mangia in questo giorno della crocifissione. A chi non è in grado o è diventato molto vecchio e a coloro che non possono digiunare, può si dare pane e acqua dopo il tramonto. In questo modo seguiamo il santo comandamento dei Santi Apostoli di non mangiare il Grande Venerdì".

Come spesso accade, però, la pratica moderna è generalmente più mite, ma questo è l'ideale.

Ora, quanto al punto se vino e olio siano ammessi alle vigilie del Natale o della Teofania, il Mineo Festivo osserva "La prefesta del Natale (24 dicembre) si osserva come un digiuno e non si mangiano prodotti di origine animale né pesce. Nell'uso greco, vino e olio non sono consentiti, eccetto quando la prefesta cade di sabato o di domenica, ma nell'uso slavo, si possono prendere vino e olio, qualunque giorno della settimana possa essere " (Festal Menaion, trad. Madre Maria e Archimandrita Kallistos Ware, Faber and Faber, London, 1984, p. 220). C'è una nota simile per la vigilia della Teofania (Festal Menaion, p. 313).

Questa differenza sembra derivare dal fatto che il Tipico, mentre è esplicito su ciò che è consentito quando queste vigilie cadono di sabato o di domenica, non è esplicito riguardo a ciò che è consentito quando cadono nei giorni feriali. Ma anche se il vino e l'olio sono autorizzati secondo la prassi slava in questi giorni, quando cadono nei giorni feriali, la pratica greca e quella slava concordano sul fatto che mangiare e bere devono essere rimandati fino alla sera. Si tratta della pia consuetudine di attendere la comparsa della prima stella alla vigilia di Natale prima di mangiare un pasto (si veda il manuale di Bulgakov per i celebranti, 24 dicembre).

È anche una prassi tra ucraini, polacchi, carpato-russi e molti russi (quelli che vivono a sud, e nelle parti occidentali della Russia) per mangiare un pasto quaresimale piuttosto elaborato alla vigilia della Natività, in cui ogni piatto ha un significato simbolico legato alla festa della Natività. Questo pasto è spesso chiamato "la Santa Cena".

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