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  Le tradizioni natalizie nei paesi ortodossi

di Anna Efimkina

Orthochristian.com, 10 gennaio 2022

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Servizi religiosi, canti festivi (non sempre legati alla Natività di Cristo), pasti, decorazioni nelle case e per le strade e scambi di doni: queste tradizioni natalizie sono comuni a tutti i popoli d'Europa. Qui di seguito parleremo brevemente dell'origine delle tradizioni natalizie, quali di esse sono diventate comuni in Europa, e del sapore speciale della celebrazione del Natale in alcune zone e paesi.

Russia

In Russia, la Natività di Cristo fa ora parte delle vacanze di Capodanno. Per molte famiglie la festa di Capodanno è ancora l'evento più importante, mentre altre non festeggiano il Capodanno e si preparano per la Natività. I regali si danno a seconda delle usanze di una particolare famiglia e possono essere donati per entrambe le occasioni festive.

All'inizio di dicembre si addobbano le strade, si allestiscono alberi di Natale nei luoghi pubblici, si tengono mercatini di Natale e fiere di beneficenza. Recentemente hanno iniziato ad allestire presepi fuori dalle chiese a Natale. Un presepe può essere realizzato con rami di abete con all'interno un'icona della Natività di Cristo o con figure della Sacra Famiglia, dei tre Re Magi, di angeli e animali. Il materiale varia: dal cartone e dal tessuto alla neve e al ghiaccio. C'è anche uno speciale spettacolo natalizio, interpretato con l'aiuto di pupazzi o da parte di attori. Si rappresentano eventi legati alla nascita di Cristo, alla fuga in Egitto, alla strage degli innocenti da parte di Erode e alla morte di Erode. In precedenza erano associati ai canti natalizi e ora si fanno alle feste o alle fiere di Natale. La tradizione del canto natalizio sta riprendendo: si cantano canti che glorificano Cristo e la sua nascita. Con loro i cantori (prima della Rivoluzione) andavano di casa in casa, augurando bene e gioia ai proprietari e raccogliendo doni sotto forma di dolcetti. Ora spesso vanno a trovare la famiglia e gli amici cantando canzoni natalizie.

Prima della Natività, i cristiani ortodossi osservano un digiuno, che dura sei settimane: dal 28 novembre al 6 gennaio compresi.

Il giorno prima della festa della Natività di Cristo si chiama Sochelnik, il termine russo per la vigilia di Natale. Il nome deriva dal piatto tradizionale preparato in questo giorno, il sochivo (grano bollito o riso con miele). In passato, alla vigilia di Natale i russi mangiavano solo sochivo, astenendosi da qualsiasi altro cibo fino a Natale. C'è anche una tradizione di non mangiare nulla fino allo spuntare della prima stella alla sera.

La celebrazione della Natività si svolge la notte tra il 6 e il 7 gennaio: esattamente a mezzanotte iniziano le funzioni solenni nelle chiese.

Il periodo dal 7 gennaio fino alla vigilia di Teofania (18 gennaio) è chiamato "i giorni santi", o Svjatki in russo. Questi sono giorni di gioia speciale che i credenti condividono gli uni con gli altri. In questo tempo è consuetudine tra loro fare visite e compiere atti di carità. Sta diventando una buona tradizione scambiare doni per la Natività e sostenere coloro che si trovano in situazioni di vita difficili durante la stagione delle feste.

Ucraina

foto: Instagram

La vigilia di Natale in Ucraina si chiama "Santa sera" e viene celebrata il 6 gennaio. In questo giorno, i cantori vanno in giro per i loro villaggi. Si forma uno spettacolo in cui gli abitanti del villaggio sono contemporaneamente sia spettatori che partecipanti. Avvicinandosi a una casa, i cantori bussano alla porta e, sebbene i proprietari li stiano aspettando, chiedono chi è venuto e perché. I cantori in forma poetica chiedono il permesso di cantare canti natalizi e i proprietari in forma poetica danno loro il permesso. Dopodiché, si svolgono gli eventi della Natività e si cantano canzoni sulla soglia di casa. Quindi i cantori aprono un sacchetto speciale, dove i proprietari di casa versano le prelibatezze preparate. E i cantori si dirigono verso la casa successiva.

La sera santa, il piatto principale è composto dalla kutja, una pappa di grano o riso con miele, semi di papavero e uvetta, e dall'uzvar, un composta di frutta secca. Il pasto festivo inizia dopo la funzione del Natale. Oca arrosto, prugne ripiene di noci e un kalach [1] devono essere sul tavolo. Nel sud dell'Ucraina la gente va a cena ("vecherja") dai propri padrini la sera. La cena consiste di kalach, frutta e dolci. I figliocci salutano i loro padrini, offrono loro la cena e ricevono in cambio un altro kalach, insieme a dolci e denaro.

Il giorno successivo si va a cenare dalla propria levatrice.

I raduni serali e i banchetti festivi continuano fino alla Teofania, quando terminano le vacanze invernali.

Bielorussia

foto: joinfo.com

Secondo la tradizione bielorussa, la cena della vigilia di Natale è sontuosa ma di digiuno, composta da dodici piatti in onore dei dodici apostoli. Nella regione di Brest l'ultimo giorno prima di Natale si chiama "Koljada". In questo giorno (come tra molti cristiani ortodossi) c'è una pia tradizione di astenersi da qualsiasi cibo "fino alla prima stella".

La più importante funzione di Natale si tiene di notte. In Bielorussia non ci sono piatti natalizi specifici: i bielorussi rompono semplicemente il digiuno, anche con piatti di carne.

C'è una tradizione di coprire la tavola festiva con del fieno per ricordare che Gesù Cristo nacque in una grotta che fungeva da stalla per gli animali domestici. A volte una tovaglia viene adagiata sul fieno, a volte, al contrario, un po' di fieno è messo sulla tovaglia. Al centro del tavolo è posta una candela, che simboleggia la stella di Betlemme. Lì si canta o si recita il tropario di Natale (che riflette l'essenza della festa): "La tua nascita, o Cristo Dio nostro, ha fatto splendere nel mondo la luce della conoscenza, poiché in essa gli adoratori degli astri sono stati ammaestrati da una stella ad adorare te, Sole di giustizia, e a riconoscere te, Oriente dall'alto. Signore, gloria a te!" Questa sera, tutta la famiglia e i parenti stretti si riuniscono per pranzare e cantare carole e canti popolari a tema natalizio.

Georgia

foto: gamarjoba.ru

La Natività si celebra in Georgia con canti detti "Alilo" (da Alleluia; affine ai canti natalizi). La seguente tradizione si è formata nel corso dei secoli: un coro maschile passava per un paese o una città e salutava gli abitanti con i canti della Natività. La padrona di casa dava a coloro che venivano i churchkhela augurali [un tradizionale dolce georgiano a forma di candela, ndt], frutta e altre prelibatezze (principalmente pane, zucchero e uova). Successivamente, gli uomini furono sostituiti da bambini e ai regali furono aggiunti denaro e dolci. Inoltre "Alilo" è anche una grande processione dopo la funzione del Natale, dove il clero cammina assieme ai bambini. Alla processione partecipano anche attori che rappresentano personaggi del Vangelo. A Tbilisi, la processione si dirige verso la cattedrale maggiore (dedicata alla Santissima Trinità) della Chiesa ortodossa georgiana, dove il catholicos-patriarca li accoglie offrendo regali e dolci, che sono poi donati a enti caritativi.

Ogni regione della Georgia celebra la Natività a modo proprio e prepara piatti festivi peculiari della regione. Ma il maiale è considerato un elemento obbligatorio della tavola festiva. Tra i dolci sono presenti churchkhela, miele, noci e frutta secca.

Per la Natività e il Capodanno i georgiani invitano un ospite speciale: il mekvle, ovvero "colui che lascia una traccia". Deve essere una persona sana, prospera e rispettabile tra buoni amici o parenti. Gli viene chiesto di essere il primo a varcare la soglia della casa a Natale o Capodanno. Prima del suo arrivo nessuno può uscire o entrare in casa. Varcata la soglia, il mekvle deve salutare i padroni di casa: "Vi porto gioia, felicità, buona salute, bontà e prosperità!" e portare frutta e dolci in dono. Solo dopo questo inizia il pasto festivo.

Grecia

foto: Culinarybackstreets.com

I greci celebrano il Natale il 25 dicembre, secondo il calendario giuliano riveduto. La Natività in Grecia è una festa nazionale. Il Capodanno viene celebrato in modo meno solenne. Coloro che di solito frequentano le funzioni religiose vanno in chiesa a pregare. Al mattino si svolgono le funzioni nelle chiese parrocchiali: Mattutino e Liturgia. Dopo le funzioni, i greci tornano a casa e si siedono a mangiare.

Per tradizione il Pane di Cristo (Christopsomo) viene cotto con una croce in cima, decorata con noci. I greci non hanno un piatto di Natale specifico. Recentemente, sotto l'influenza occidentale, hanno iniziato a cucinare il tacchino. In precedenza arrostivano agnello o maiale, e nelle famiglie più povere, pollame domestico. Gli elementi necessari sulla tavola sono noci, miele e frutta secca, diversi tipi di biscotti di Natale e melograni.

Per la Natività i greci decorano le loro strade cittadine e gli alberi di Natale. In Grecia decorare un albero di Natale è un'usanza tardiva. Alla Natività si poteva decorare un "albero di Natale": un comune bastoncino a cui venivano legati nastri e campanelli, e nelle zone marittime si addobbavano piccole navi di legno intagliate appositamente per la festa. Quindi i bambini giravano per i loro villaggi con tali navi, cantando canzoni natalizie, che i bambini cantano ancora in alcuni villaggi. È vero, le navi appositamente decorate per la festa sono ora acquistate nei negozi e i bambini invece di cantare camminano con triangoli musicali. Le vacanze durano cinque giorni da Natale a Capodanno. C'è una tavola riccamente apparecchiata in questo periodo. I regali di Natale e Capodanno non vengono portati da Babbo Natale (o da san Nicola), ma... da san Basilio il Grande.

Terra Santa

foto: fotostrana.ru

Gli arabi cristiani d'Israele celebrano la Natività molto eccitati e allegri con fuochi d'artificio, banchetti nei cortili e nelle strade ed eventi all'aperto; gli ortodossi, di regola, celebrano insieme ai cattolici, e poi i cattolici sono invitati dagli ortodossi il 7 gennaio. I cristiani ortodossi di solito ignorano completamente il nuovo anno e aspettano la Natività. Attualmente in Terra Santa le celebrazioni sono concentrate a Gerusalemme, a Nazaret, città dove il Salvatore ha trascorso l'infanzia, e a Betlemme, dove Cristo è nato. Ora Betlemme è una città della Palestina non lontana da Gerusalemme. Solo i turisti con passaporto straniero possono arrivare a Betlemme. A Betlemme la Natività viene celebrata due volte: il 25 dicembre e il 7 gennaio.

Il 25 dicembre è celebrato dai cattolici, che costituiscono la maggioranza della popolazione cristiana di Betlemme. I cristiani ortodossi e tutti coloro che seguono il calendario giuliano celebrano il 6 e 7 gennaio. I festeggiamenti iniziano la mattina del 6 gennaio. Una processione guidata dal patriarca di Gerusalemme parte dal Patriarcato di Gerusalemme verso Betlemme. Nell'antichità camminavano (sono solo due ore di cammino da Gerusalemme a Betlemme), ma ora c'è una fila di macchine.

foto: nydailynews.com

Alla vigilia di Natale, il patriarca celebra a Betlemme. Dopo la funzione, una sfilata di giovani arabi ortodossi e di scout al suono di tamburi e cornamuse passa per le strade. I gruppi degli scout si preparano per la sfilata di Natale durante tutto l'anno. Verso l'una del mattino tutti si radunano nella Basilica della Natività e aspettano l'arrivo del patriarca, che celebra il Mattutino e passa alla Liturgia. Ci sono due funzioni parallele: nella chiesa e sotto, nella cripta sotto l'altare, dove si trova la grotta della Natività. Al piano inferiore c'è una grande cappella che può contenere non più di cinquanta persone. La funzione nella cripta è diretta da uno dei vescovi. Entro le cinque del mattino, dopo aver ricevuto la comunione, le persone vanno a casa o in albergo.

Le case degli arabi cristiani sono decorate con alberi di Natale e ghirlande alla vigilia di Natale. A Betlemme c'è anche una tradizione di realizzare presepi e figure in legno di ulivi locali.

Nota

[1] Pane tradizionale dell'Est Europa; il kalach ucraino si ottiene intrecciando un impasto di farina di frumento in pani a forma di anello oppure oblunghi.

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