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  Sulla cremazione

di padre Lawrence Farley

Pravoslavie.ru, 10 ottobre 2016

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Il rogo dei libri è discutibile in linea di principio. Infatti, ogni volta che sento parlare di libri bruciati, ho sempre in mente la famosa frase di Heinrich Heine, nato in una famiglia ebrea, ma convertito al cristianesimo, e morto nel 1856. Egli disse: "Dove bruciano i libri, finiranno per bruciare le persone". (C'è una fine ironia nella sua saggezza lungimirante, dal momento che i suoi libri erano tra i tanti consegnati alle fiamme dai nazisti negli anni '30). la ragione per cui il rogo dei libri è discutibile è che consegnare un oggetto alle fiamme significa non solo distruggerlo, ma in molte circostanze rinunciare ad esso, e affermare la sua totale mancanza di valore. E praticamente tutti i libri hanno un valore – anche i libri con il cui contenuto non siamo d'accordo. Noi non siamo d'accordo con le idee che alcuni libri contengono, ma l'idea di un libro in sé, cioè offrire idee da una persona a un'altra, è preziosa e buona, poiché tutti i libri coinvolgono la condivisione e il dialogo, e ogni dialogo umano ha valore.

Allo stesso modo in cui bruciare libri è male, anche bruciare la gente è un male. In altre parole, la cremazione non è una parte della nostra tradizione cristiana. Affermare una cosa del genere sembra un affronto a molta cultura nordamericana moderna, dove la cremazione sta rapidamente diventando il metodo preferito di trattare i corpi dei morti, ma l'Ortodossia continua a fare comunque quest'affermazione. Per quanto riguarda la pratica storica della Chiesa, la cremazione significa bruciare persone.

La moderna cultura secolare nega quest'idea. Dice che le persone – le persone umane – devono essere nettamente differenziate dai loro corpi, in modo che la cremazione non brucia la persona, ma il corpo della persona. La persona – la persona reale – è identificata con l'anima, e quest'anima risiede nel corpo nello stesso modo in cui una lettera risiede in una busta. Nel caso di lettere e buste, la busta non ha una vera e duratura funzione a parte la consegna sicura della lettera, e dopo che la lettera è stata ricevuta, la busta può essere gettata via. Dopo tutto, è la lettera che ha valore, ed è la lettera che teniamo. Allo stesso modo, il secolarismo moderno sostiene che l'anima è la persona reale, e il corpo e solo il contenitore temporaneo o il veicolo per l'anima. Quando l'anima si allontana dal corpo al momento della morte, il corpo non ha alcun valore più duraturo di quello della busta dopo che la lettera è stata rimossa. Entrambi possono essere gettati via o bruciati.

Al contrario, la Chiesa afferma che il corpo non è semplicemente il contenitore dell'anima, ma, insieme con l'anima, condivide anch'esso la bellezza e l'immagine di Dio. Non è quindi il caso di dire che abbiamo dei corpi, ma che dei siamo corpi – oltre ad essere anime e spiriti. Il corpo è fatto da Dio, e condivide la sua immagine: questo non vuol dire, naturalmente, che Dio ha due occhi e un naso e due orecchie, ma che la bellezza e la grazia del corpo hanno la loro fonte in Dio. E non solo il corpo partecipa della grazia di Dio nella sua creazione, ma anche nella sua redenzione, perché è il corpo che è battezzato e cresimato, è il corpo che riceve il corpo e il sangue di Cristo nell'eucaristia, è il corpo che sarà un giorno portato a una nuova vita immortale alla risurrezione finale. In una parola, il corpo umano è sacro, e ha un ruolo centrale nella nostra salvezza totale. Come tutte le cose sante, deve essere trattato con rispetto. Come detto sopra, dare qualcosa alle fiamme parla della sua mancanza di valore. Questa pratica aveva un senso nel paganesimo, perché i pagani negavano che i corpi avessero un valore ultimo (questo fu il motivo per cui gli ateniesi filosofici, quando san Paolo iniziò ad affermare che i corpi sarebbero risorti, si fecero beffe di lui; v. At 17:32). I pagani potevano bruciare i loro morti ed essere coerenti con le loro credenze religiose. I cristiani non possono, perché i cristiani credono che il corpo abbia troppo valore per essere dato alle fiamme.

Ci sono altri problemi nell'attuale pratica della cremazione. Per prima cosa, alcuni che nel settore funerario promuovono la cremazione non dicono su di essa tutta la verità. In particolare, non menzionano la verità che le ossa non bruciano. Brucia la carne, bruciano i capelli e il grasso, se il fuoco è abbastanza caldo (e quando bruciano, non è uno spettacolo edificante. Infatti, alcune persone che hanno assistito a una cremazione hanno detto che se molti sapessero esattamente ciò che si verifica nel processo di cremazione di un corpo, non lo sceglierebbero). Ma le ossa non bruciano, per quanto caldo possa essere il fuoco. Che cosa succede dunque alle ossa dopo la cremazione? Sono messe in una macchina che le tritura, e macinate in pezzi piccoli. Mi è stato detto che la pulizia di tali macchine non è facile da fare, e che i pezzi di un corpo escono mescolati ai pezzi di un altro. Alcuni mi hanno detto che talvolta si aggiunge polvere di talco per rendere i pezzi più simili a cenere. Questo, naturalmente, è un tentativo di nascondere la verità che le ossa non bruciano.

come si fa una cremazione

Ci sono anche altri problemi. Ricordo che ero presente in un momento in cui le ceneri erano depositate al loro posto designato nel cimitero. Si dicevano preghiere per i defunti, riferite ai morti in termini personali, come a una persona. L'operaio addetto al crematorio è poi venuto, portando le ceneri in un sacchetto di plastica. Il defunto era ormai diventato non un "chi", ma un "cosa": l'operaio ha detto, "Dove volete che le metta?" Notate: non "lui" o "lei", ma "le ceneri". L'operaio non era senza cuore, e sono sicuro che non intendeva mancare di rispetto. Stava solo facendo il suo lavoro, e affermava una cosa ovvia: la cremazione aveva trasformato una persona in una cosa, che poteva essere trasportata in un sacchetto di plastica sotto il braccio e infilata in un piccolo cilindro funerario. La cremazione significava spersonalizzazione.

Ecco allora la principale differenza tra la cremazione e la storica pratica della sepoltura nella Chiesa – solo quest'ultima rende giustizia alla personalità dei defunti e alla santità della carne umana. Non si tratta di giudicare o condannare chi ha permesso la cremazione dei propri cari, perché tutti noi cerchiamo di fare del nostro meglio, e i momenti di lutto e dolore non sono i periodi migliori per imparare di nuovo e per ripensare. Ma se la Chiesa non giudica, offre comunque un modo migliore. Facciamo il massimo onore ai nostri cari dipartiti quando evitiamo la cremazione, quando li consegniamo con riverenza alla terra. Non abbiamo bisogno di bruciare i corpi di coloro che amiamo. Invece, deponiamo i loro corpi nella buona terra, e le loro anime nelle mani del buon Dio.

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