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  Le "guarigioni con la santa lancia". Teologia o magia?

Ieromonaco Petru (Pruteanu), teologie.net

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Più volte mi è stato chiesto perché alcuni sacerdoti usano la lancia liturgica per curare i malati, e perché L'Eucologio (Molitfelnic) contiene un tale ordine di servizio poco chiaro e senza alcuna spiegazione. Ho cercato di formulare una breve risposta a questa domanda che è già diventata una questione dolorosa per la Chiesa.

In pratica, la lancia liturgica [1] è un coltello a forma di lancia usato per tagliare le prosfore (pani) che nel corso della Liturgia sono consacrate e trasformate nel corpo di Cristo. Dopo la consacrazione del pane eucaristico, la stessa lancia viene utilizzata per tagliare in piccole particole il santo corpo per la comunione del clero e dei fedeli. Questo oggetto liturgico simboleggia la lancia che trafisse il Salvatore quando era sulla croce (Giovanni 19:34). In aggiunta a questa utilità pratica e simbolica, la lancia non è utilizzata per altri scopi e solo in modo indiretto possiamo parlare di una sua santità intrinseca.

Tuttavia, L'Eucologio contiene un ordine di servizio per l'uso della lancia liturgica per guarire i malati [2], senza però spiegare come usare questo oggetto liturgico e quando si leggono quei tropari che ricordano la passione del Signore, ma non rappresentano preghiere per i malati. Proprio questo divario ha portato a diverse pratiche sbagliate diffuse in Russia, in Romania, ma soprattutto nella Repubblica di Moldova. Ci sono molti sacerdoti, divenuti di fatto ciarlatani, che propongono "diagnosi" e "cure" con la lancia liturgica. A loro dire, passando la lancia liturgica sulla superficie del corpo umano, sentono non si sa quali... sciocchezze! Altri hanno anche lance liturgiche di riserva che di volta in volta "sono messe in carica" ​​sulla santa mensa. Menzogne ​​e magia! Una cosa del genere non esiste e non può esistere, e questi popi-maghi devono essere chiamati a correggersi, e se continuano - devono essere ridotti allo stato laicale [3] (perché il fenomeno comincia a crescere su larga scala e la gerarchia, soddisfatta della divisione dei soldi, tace). Sono contento che la maggior parte dei sacerdoti non ricorra a questi trucchi, ma preferisca vivere una vita materiale più dura, ma non ma senza infangare il sacerdozio o contaminare l'Ortodossia con tendenze pagane.

Allora, cosa rappresenta questo ordine di servizio con la lancia liturgica? La risposta è nel libro di S. Bulgakov destinato alla spiegazione dei vari problemi del ministero sacerdotale [4] e nello Skrizhal' (tavola) [5]. Queste interpretazioni mostrano che dopo la Proscomidia, prima della Liturgia, il sacerdote recitando quei tropari dell'Eucologio, immergeva la lancia liturgica in un vaso d'acqua (non benedetta in precedenza) e benediceva l'acqua. Dopo che il malato si comunicava alla Liturgia (!), il sacerdote gli dava quest'acqua benedetta con cui il malato, a casa, si aspergeva la fronte e i punti doloranti [6] oppure la beveva. Non sappiamo altro su questo rito.

Non escludo che la pratica possa essere apparsa perfino alla cattedrale di Santa Sofia a Costantinopoli, dove nell'anno 614 fu portata la lancia con cui era stato trafitto il Salvatore e che divenne ben presto un oggetto di grande venerazione, usato anche nelle processioni religiose. Nei secoli IX-X, come mostra il Typikon della cattedrale di Santa Sofia la venerazione della santa Lancia ha preso il posto della venerazione del frammento della santa Croce presente nella stessa cattedrale. [7] Oggi sono gli armeni che pretendono di possedere questa lancia, e la utilizzano per mescolare il loro crisma, quando lo preparano e lo fanno bollire. Quindi non è escluso che ancora a Costantinopoli la santa Lancia fosse utilizzata con un ruolo taumaturgico, ma ovviamente non così come oggi fanno alcuni.

È anche noto che nei secoli XVI-XVII, a Mosca, esisteva l'abitudine di benedire un'acqua santa speciale usando non una croce né una lancia, ma uno dei chiodi con cui fu inchiodato Cristo, che si trovava nella capitale russa. Nello stesso periodo si utilizzava, sempre con il ruolo di acqua santa per i malati, l'acqua con cui erano lavate le reliquie del Cremlino il Venerdì Santo [8]. Così tutte queste testimonianze storiche parlano dell'uso di un'acqua santa/benedetta dal tocco di una certa reliquia e non dell'utilizzo della reliquia stessa. Ecco perché anche il rito a cui ci riferiamo non può comportare l'uso della lancia liturgica per toccare il corpo umano, perché questo significherebbe una sorta di sua de-sacralizzazione, ma la benedizione di una speciale acqua santa per i malati ("inferiore" alla consueta acqua benedetta).

Personalmente considero che questo rito della "lancia" dovrebbe essere escluso dall'Eucologio perché, accanto ad altri riti simili, favorisce le percezioni magiche della guarigione, facendo dimenticare che la guarigione viene da Dio attraverso la Chiesa e la misura della fede dell'uomo, non attraverso i soldi versati nelle tasche di ciarlatani "autori di miracoli". Molti "cristiani", invece di confessarsi e di partecipare più spesso alla comunione, preferiscono tutti i tipi di "soluzioni a effetto immediato e automatico", senza porsi il problema di un cambiamento di vita. I sacerdoti dovrebbero sradicare qualsiasi tendenza di questo tipo, e la gerarchia dovrebbe bloccare l'apparizione di maghi vestiti da sacerdoti...

Spero che anche questa breve spiegazione possa contribuire a questo, e, infine, che il rito sia escluso dall'Eucologio, o quanto meno sia spiegato. Io sono per la sua esclusione, perché lo vedo come un altro "nemico" della confessione e della comunione. Non dimentichiamo che il diavolo può " rivelare" ogni sorta di cosa, tranne il pentimento e l'unione con Cristo .

Note

[1] chiamata "copia", dalla parola slavonica che significa "lancia" .

[2] Cfr. l'edizione dell'Istituto Biblico e Missionario della Chiesa Ortodossa Romena, Bucarest 2002, pp 385-386 .

[3] La misura dovrebbe valere anche per i sacerdoti che hanno letto le preghiere di esorcismo di san Basilio il Grande su persone che non sono indemoniate in modo evidente.

[4] С. Булгаков, Настольная книга священнослужителя, disponibile anche su Internet .

[5] Cfr. Новая Скрижаль, Pietroburgo, 1870, pag 562.

[6] Naturalmente, eccetto le parti intime del corpo.

[7] А. А. Дмитревский, Древнейшие патриаршие типиконы, Киев, 1907, pag 137.

[8] Cfr. "Церковный Вестник", 1900, N. 14. "Руководсвтво для сельских пастырей", 1885 N. 42.

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