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  Che cos'è la "Pasqua dei beati"? L'origine e il significato della festa

Ieromonaco Petru (Pruteanu)

http://www.teologie.net/2009/10/10/ce-este-pastile-blajinilor-originea-si-sensul-sarbatorii/

10/05/2013

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Leggendo e ascoltando varie notizie e recensioni su internet della "Pasqua dei beati" (Paştele blajinilor) ho trovato idee più o meno strampalate riguardo a questo giorno; purtroppo, persino da parte di alcuni chierici della Chiesa ortodossa. Sui media ho sentito perfino aberrazioni che dicono che questo giorno (per parafrasare) è dedicato "agli spiriti dei morti" che "in questo giorno fanno ritorno sulla terra" e si rallegrano accanto a quelli venuti nei cimiteri per onorarli. Quindi penso che sia utile ricordare un po’ della storia e del significato di questa giornata. Non è una festa così semplice come credono alcuni, ma neppure così complicata da non poter essere mantenuta da qualsiasi cristiano.

La resurrezione di Lazzaro e di altre persone da parte del Salvatore, ma specialmente la gloriosa Risurrezione di Cristo stesso, sono la premessa della nostra fede nella risurrezione di tutti coloro che sono defunti nei secoli. La fede nella risurrezione dei morti è fondamentale per il cristianesimo, e la Risurrezione di Cristo, come dice san Paolo, è il pegno della nostra risurrezione di tutti i dormienti nei secoli (I Corinzi, cap. 15). Tutti risorgeremo, ma non tutti nello stesso stato: alcuni "per una risurrezione di vita, e altri per una risurrezione di condanna" (Giovanni 5:29). Naturalmente, la gioia della Risurrezione, e l’evento della Risurrezione stessa, e le sue celebrazioni annuali, è un grande conforto e una gioia soprattutto per i dormienti, trapassati nel Signore (e non "nel nulla" come si esprimono alcuni che non hanno idea del cristianesimo) e che attendono la risurrezione generale, come anche noi la attendiamo (e la confessiamo nel Credo).

Nei tempi antichi, in particolare dalle nostre parti, era consuetudine che proprio il giorno di Pasqua, al ritorno della chiesa, i cristiani passassero per i cimiteri (soprattutto perché molti cimiteri sono proprio accanto alle chiese) e salutassero i morti con lo stesso saluto "Cristo è risorto!". A proposito di questa usanza sono noti vari segni miracolosi, come per esempio nella Lavra delle Grotte di Kiev, quando un monaco entrò nella grotta dove  sono poste le reliquie dei santi monaci defunti, e al saluto "Cristo è risorto!", i morti risposero tutti insieme: "Veramente è risorto!". Così la Risurrezione ci riunisce tutti ed essenzialmente "abbatte il muro" tra i vivi e i dormienti. Ma sorge la domanda, da dove viene questa "Pasqua dei beati" e perché si celebra proprio in questo tempo?

Prima di tutto bisogna spiegare i termini. "Пасха блаженных", chiamata più spesso dai russi "Радоница", ha dato in romeno il nome "Paştele blajinilor", che si potrebbe tradurre con "Pasqua dei beati" o più semplicemente "Pasqua dei defunti". È la stessa di Pasqua, che inizia nella Chiesa, ma si espande in due luoghi: nelle nostre case, dove la mensa è per i vivi, e nei cimiteri, vicino alle tombe, dove la mensa e i doni sono offerti in elemosina per i defunti. Se dobbiamo affrontare il problema solo dal punto di vista spirituale, questa "Pasqua dei beati" può essere celebrata assieme alla Pasqua stessa o subito dopo. Ma dal momento che i cristiani non vogliono solo servire un pasto o fare beneficenza in onore dei morti, ma anche fare preghiere di ricordo per loro - cosa che è molto più importante - c’è stato bisogno che la "Pasqua dei beati" fosse spostata una settimana più avanti. Il Tipico della Chiesa vieta le funzioni memoriali nell'intera settimana Luminosa, inclusa la domenica di san Tommaso, la prima Domenica dopo Pasqua. Pertanto, era fondamentale che questo giorno della memoria dei morti fosse spostato al primo giorno possibile - e questo giorno è il lunedì della settimana successiva alla Settimana Luminosa.

I russi, fortemente influenzati dalla spiritualità monastica, hanno spostato questo giorno al martedì, perché molti fanno digiuno al lunedì (oltre che al mercoledì e al venerdì), e un memoriale fatto al lunedì non consentirebbe una gioia completa a causa del digiuno, e naturalmente ci riferiamo alla gioia della comunione con i defunti, non al cibo e alle bevande! Quindi è più corretto che i "beati" siano celebrati il lunedì dopo la Settimana Luminosa, quando è già permessa la commemorazione dei defunti, ma non è sbagliato che siano commemorati al martedì, e neppure la domenica. Per esempio, durante il periodo comunista, la commemorazione non si poteva tenere al lunedì (come sono soliti praticare i moldavi) né al martedì (come sono soliti praticare i russi), e per questo è stata istituita la commemorazione dei defunti alla domenica, cosa che inizialmente non si praticava dato che alla domenica, durante tutto l'anno liturgico, la commemorazione dei defunti è proibita. In Moldova, invece, si è già diffusa anche questa eccezione, che ovviamente non attacca la dottrina della fede o i riti liturgici fondamentali della Chiesa.

Precisiamo inoltre che la "Pasqua dei beati" è tenuta solo nella Chiesa russa (inclusa la Bessarabia) e in alcune regioni della Moldova alla destra del Prut o nel Maramureş. Il resto degli ortodossi commemora i defunti negli altri giorni previsti nel calendario per un tale ricordo, specialmente alla Pentecoste. Quindi, possiamo dire, la "Pasqua dei beati" è una consuetudine locale.

Ecco in poche parole l'origine di questa celebrazione: una celebrazione della gioia di Cristo Risorto; è un'affermazione della nostra fede e speranza nella risurrezione dei morti; è un giorno di ricordo dei defunti, ma pieno di ottimismo e di gioia, perché grazie alla Resurrezione di Cristo, la morte non è più una fine fatale, ma solo un passaggio alla vita eterna accanto a Cristo e a tutti i santi e giusti a lui graditi.

Peccato che molti hanno compreso questo giorno come una mera occasione per mangiare e bere presso le tombe dei defunti, cosa che non alleggerisce lo stato spirituale di chi è trapassato, ma piuttosto lo appesantisce. I moldavi, invece di andare a pregare per i defunti e fare l'elemosina (pomană) in segreto, come insegna il Vangelo (Matteo 6:3-4), vanno come a un concorso di moda a fare elemosine che, essendo date "agli occhi del mondo", non portano alcun aiuto. Ma il peggio è che i nostri "ortodossi" vanno alle tombe a bere fino a che non si distinguono più dai morti, facendo molte follie e dando ai settari opportunità giustificate di giudicarci. Queste sono cose molto gravi, e i preti dovrebbero rifiutarsi di fare commemorazioni dove osservano un tale genere di abusi. Dobbiamo capire che i morti non hanno bisogno di tazze, piatti e pani, perché comunque non mangiano e non bevono... Meglio dare qualche soldo a un anziano, ai bambini in un orfanotrofio o a un paziente che non ha soldi per le medicine - e tutto in segreto, perché sia utile anche allo spirito - ma se ti metti in competizione con qualcuno o vanti una tua elemosina, meglio stare a casa, perché un tale approccio è pagano e non ha nulla in comune con il cristianesimo.

E se vogliamo fare come Cristo ha insegnato, non temiamo quello che dirà la gente o anche i nostri parenti,  perché il mondo giudica solo qui e cade nel suo stesso giudizio, ma nel "grande giorno del giudizio" Cristo sarà il giudice e giudicherà secondo i comandamenti dati da lui, non secondo la moda e le menti degli uomini caduti.

Ecco ciò che Cristo insegna a riguardo (Luca 14:12-14):

"Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti".

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