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  Il simbolismo della tavola pasquale

Arciprete Michael Vorobiev

www.pravmir.com, 7 maggio 2013

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Il Tipico chiama ogni pasto di festa "una grande consolazione per i fratelli." La Pasqua, che per importanza si erge al di sopra dei ranghi delle dodici feste principali e viene chiamata la "festa delle feste e la solennità delle solennità", presuppone una trapeza (tavola) particolarmente abbondante e diversificata. Tuttavia, nel consentire questa consolazione, la Chiesa tuttavia non approva particolarmente le raffinatezze che necessitano di molti componenti o i piatti difficili da preparare, considerando che le novità culinarie pretenziose sono parte del peccato di gola. Sulla tavola pasquale dovrebbero stare diversi cibi semplici, poco costosi, ma molto gustosi che portano in loro un profondo significato simbolico.

Fin dalla prima settimana del digiuno, la casalinga responsabile comincia a salvare le bucce di cipolla, che colorano le uova nel miglior colore bruno-rossastro meglio di qualsiasi polvere colorante. Dipingere le uova di Pasqua è una vera e propria arte. Gli artisti miniaturisti sono in grado di raffigurare chiese e monasteri, fantastici mazzi di fiori, luci celesti, il mare, le foreste, le steppe e le montagne, santi e angeli sulla superficie convessa. Solo che tutti questi dipinti vengono dall'influenza dell'Occidente, e le vere uova di Pasqua sono sempre colorate con bucce di cipolla!

La spiegazione data per l'abitudine di dipingere di rosso le uova di Pasqua viene da un apocrifo piuttosto tardo che parla della conversione dell'imperatore romano Tiberio al cristianesimo. Volendo porre fine alla predicazione di Maria Maddalena, dichiarò che avrebbe preferito credere in un uovo bianco che diventava rosso rispetto alla possibilità della risurrezione dei morti. Un uovo divenne rosso, e questo divenne l'ultimo argomento nella polemica che culminò nel battesimo del Cesare romano.

L'usanza di scambiarsi uova colorate entrò nella vita della Chiesa. Il significato simbolico dell'uovo come l'inizio di una nuova vita era noto anche prima. I cristiani videro in questo simbolo la conferma della loro fede nella futura risurrezione generale. Il colore rosso del uovo di Pasqua simboleggiava l'amore divino che tutto conquista, che da solo potrebbe distruggere l'inferno!

Il kulich pasquale assomiglia nella forma all’artos, il pane che viene benedetto nel servizio divino pasquale e distribuito il Sabato della Settimana Luminosa. L’artos pasquale è un simbolo del Signore Gesù Cristo stesso. Rivolgendosi ai discepoli, disse: Io sono il pane della vita ... Questo è il pane disceso dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo: se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne, per la vita del mondo (Giovanni 6:48-51). L’artos è sempre preparato con pasta lievitata. Questo non è il pane azzimo ebraico, in cui non c'è nulla di vivente. Questo è il pane in cui lievito è la respirazione, la vita che potrebbe durare per sempre. Lo stato ontologico dell’artos non consente l'aggiunta di alcunché di superfluo. Non contiene prodotti dolciari, né additivi aromatici. L’artos è un simbolo del pane più quotidiano - Cristo Salvatore, che è la Vita!

Tuttavia, il kulich pasquale, questo pane che viene portato al tavolo della festa, al contrario, ha decorazioni, dolcificazioni, uva passa e noci. Un kulich russo adeguatamente preparato non diventa raffermo per settimane, è aromatico, bello, pesante, e può mantenersi buono, senza rovinarsi, per tutti i quaranta giorni di Pasqua. Questa modifica dell’artos ha anche una base simbolica. Il kulich pasquale sul tavolo di festa simboleggia la presenza di Dio nel mondo e nella vita umana. Le decorazioni, i prodotti dolciari e la bellezza del kulich pasquale, in questo modo esprimono la preoccupazione del Signore per tutta l'esistenza umana, la sua compassione, la misericordia, la condiscendenza per le infermità della natura umana, la sua disponibilità ad ascoltare ogni preghiera, di venire in aiuto al più insignificante peccatore.

Il nome "dolcissimo" dato al Signore Gesù in uno dei più antichi inni acatisti aiuta a capire il simbolismo del kulich pasquale.

Ancora un altro elemento indispensabile della tavola pasquale, altrettanto aromatico e bello, è la paskha di formaggio, il cui simbolismo è pure profondamente radicato nella sacra Scrittura. Una terra di fiumi di latte che scorrono attraverso rive di kissel (sciroppo di frutta) è uno degli archetipi più diffusi caratteristici delle culture più diverse. I fiumi di latte che scorrono attraverso rive di kissel erano un eterno sogno dei contadini russi, manifestato in storie e canzoni popolari.

Il Signore, rivolgendosi a Mosè, promette al suo popolo eletto un paese buono e grande, un paese dove scorrono latte e miele (Es 3,8). Questa caratterizzazione della Terra Promessa persiste in tutta la storia della Pasqua, il passaggio degli ebrei dall'Egitto alla Palestina. Si tratta di una prefigurazione del regno celeste, il cui percorso per una persona fedele è più difficile del viaggio di quarant’anni degli ebrei. Il suo "latte e miele" è un'immagine della gioia senza fine, la beatitudine dei santi trovati degni della salvezza e della permanenza eterna davanti al trono di Dio.

Così la paskha di formaggio è un simbolo della gioia pasquale, della dolcezza della vita paradisiaca, della beata eternità, che non è una continuazione infinita di tempo, una ripetizione senza senso della stessa cosa, ma, secondo la profezia dell'Apocalisse, "un nuovo cielo e una nuova terra", e la "collina", la forma in cui è fatta la paskha, è un simbolo della Sion celeste, il fondamento duraturo della Nuova Gerusalemme - la città in cui non vi è alcun tempio, poiché il Signore Dio Onnipotente e l'Agnello sono il suo tempio (Apocalisse 21:22).

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