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  Il Monte Athos e la sua importanza per i cristiani
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Tutti i cristiani del mondo dovrebbero essere incuriositi dalla presenza di uno stato monastico che, seppure inquadrato all'interno dello stato greco e dell'Unione Europea, è di fatto una repubblica teocratica assolutamente singolare.

Storicamente, i monasteri cristiani si sono sviluppati in luoghi di difficile accesso (tra cui aree desertiche e isole) oppure ai margini della civiltà, per favorire il distacco necessario a un'esperienza radicale di vita centrata sull'approfondimento spirituale. In questo, la penisola del Monte Athos rappresenta un caso unico al mondo di ambiente favorevole al monachesimo: convenientemente isolata senza essere del tutto inaccessibile, inadatta alla colonizzazione intensiva (anche nell'antichità non aveva contato che piccoli insediamenti) ma dotata di luoghi salubri e di grande bellezza paesaggistica, povera di risorse economiche ma in grado di sostenere comunità limitate che vivono del proprio lavoro, ha costituito una meta ideale per gli uomini in cerca di vita monastica. Solo gli uomini, però, perché fin dai primi esperimenti di vita monastica comune nel IV secolo, la presenza contigua di comunità monastiche maschili e femminili si è rivelata fallimentare, e non ha retto alla prova della storia. Il secolare divieto di accesso alle donne (così radicato da non essere neppure codificato nei documenti più antichi, tanto era dato per scontato) fa del Monte Athos la più vasta area a regime claustrale del mondo: oggi lo mette in costante conflitto con la legislazione europea, che vorrebbe codificare il diritto di libero accesso a tutti i propri cittadini nel territorio dei suoi stati.

Questi prevedibili scontri con la modernità, tuttavia, non sono che un ostacolo di minore portata, per un'entità monastica più che millenaria che ha dovuto confrontarsi con ogni genere di problemi esterni (come quattro secoli di dominazione turca) e interni. Tra i problemi interni, sicuramente uno dei più importanti è l'equilibrio tra le comunità monastiche provenienti da diversi paesi. Il Monte Athos riflette il cosmopolitismo del cristianesimo ortodosso, dando il benvenuto a monaci di tutti i paesi e di tutte le lingue. Tuttavia, essendo geograficamente situato tra terre di lingua greca e dipendendo canonicamente da un patriarcato a schiacciante dominio greco, non è stato sempre in grado di integrare pienamente i monaci di altri paesi, che hanno preferito raccogliersi in comunità che esprimono un particolare carattere nazionale. Oggi al Monte Athos si trovano un monastero serbo e uno bulgaro, un monastero e alcuni eremi russi, un paio di eremi romeni e uno moldavo. Storicamente uno dei più grandi monasteri, Iviron, oggi tenuto da monaci greci, era stato fondato da monaci della Georgia (il nome stesso "Iviron" significa monastero "dei georgiani"), eppure nessuno oggi sembra aver fretta di farvi tornare una presenza monastica georgiana. Se questa convivenza, quasi sempre pacifica, di monaci di diverse lingue e provenienze dona al Monte Athos un carattere veramente universale, d'altra parte fa anche sorgere difficoltà di trovare un compromesso tra le sue diverse anime nazionali. Anche se ai monaci tonsurati all'Athos viene concessa automaticamente la cittadinanza greca, c'è un evidente timore da parte greca della perdita di un predominio etno-culturale. Tale rischio si era già visto agli inizi del XX secolo, quando la presenza di monaci dall'Impero russo si era avvicinata alla metà dei residenti nella penisola, e potrebbe ancora verificarsi in futuro, con l’afflusso di novizi da diversi paesi. Questo timore fa capire la riluttanza dello stato greco a favorire l'insediamento di futuri monaci provenienti da paesi diversi dalla Grecia e da Cipro.

Anche le relazioni tra ortodossi e altri cristiani sono viste con attenzione e con cautela dal Monte Athos, che invita costantemente a un dialogo libero da ogni forma di sincretismo o confusione dottrinale. In questo, lo stesso patriarcato di Costantinopoli (dalla cui giurisdizione dipende la penisola athonita) è spesso oggetto di puntigliose critiche da parte dei monaci dell'Athos, anche se le attitudini e la severità di tali critiche variano da monastero a monastero.

Nonostante tutte le possibili tensioni, il Monte Athos mantiene un'importanza vitale di laboratorio di convivenza e di autentico faro della vita monastica in tutto il mondo. Il monachesimo, nella Chiesa ortodossa, è visto né più né meno come il modello della vita cristiana, e la vita liturgica, di preghiera, di arte e di devozione che si può sperimentare nelle parrocchie è sempre un riflesso della medesima vita vissuta all'interno delle comunità monastiche. Per questo, l'apporto di un luogo tanto influente come il Monte Athos non potrà mai essere sottovalutato.

Sarebbe sbagliato pensare che, per il suo mero carattere di faro monastico, il Monte Athos sia visto come un garante di infallibilità di fede. Anche se i monaci si considerano in modo speciale come guardiani dell'integrità della fede ortodossa, può capitare – ed è capitato – che periodi di decadenza ne rendano il messaggio meno che incisivo. La dominazione ottomana aveva causato una diffusa perdita dello spirito cenobitico a favore di forme di auto-regolamentazione personale (queste ultime forme hanno aiutato i monaci a resistere meglio al dominio turco, ma erano comunque una degenerazione della vita monastica integrale), e l'influsso dell’arte barocca del cattolicesimo aveva portato a un vero e proprio nadir dell'iconografia, durato ben oltre l'inizio del XX secolo. Attorno al 1913, una parte dei monaci russi fu deportata per avere cercato di imporre una corrente eretica legata a una percezione quasi magica del potere del nome divino. A tutt'oggi, uno dei monasteri greci, Esphigmenou, permane in stato di scisma dal resto della comunità monastica del Monte Athos. Gli esempi potrebbero continuare, ma la conclusione è che il Monte Athos non va considerato come un'autorità dottrinale in grado di dire l'ultima parola sulle questioni della fede. Al contrario, invece, la sua rigorosa esperienza di vita monastica, vera colonna portante della Chiesa ortodossa, offre una testimonianza continua dell'autenticità della fede cristiana ortodossa.

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