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 31/12/2014    

Una risposta ortodossa a Calvino sulle icone (2)

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Presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti il secondo articolo di Gabe Martini con le obiezioni dei cristiani riformati alle icone, e le risposte ortodosse. In questo articolo, il confronto si fa più teologico, e ruota intorno all’idea stessa di Dio che si fa immagine per la nostra salvezza.

 
 30/12/2014    

Una risposta ortodossa a Calvino sulle icone (1)

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Presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti il primo di una serie di articoli di Gabe Martini riguardo alle obiezioni dei cristiani riformati alle icone. In questo primo articolo, dedicato alla retorica della Riforma, si sottolinea come gran parte della produzione letteraria dei primi riformatori sia dedicata ad argomenti ad hominem contro i veneratori delle icone, e ad appelli emotivi alla distruzione degli “idoli”, piuttosto che a una seria confutazione razionale delle icone. Per aggiungere la beffa al danno, la retorica dei riformatori fa ampio uso di immagini verbali e letterarie (che non sono meno frutto dell’ingegno umano di quanto lo siano le icone) per dimostrare, in modo totalmente contraddittorio, quanto sia sbagliato l’uso delle immagini.

 
 29/12/2014    

In Ucraina occidentale l’Olocausto è stato cancellato dalla storia

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Una delle conseguenze più nefaste della crisi ucraina del 2014, di cui pagheremo il prezzo ancora per lungo tempo a venire, è che ha “sdoganato” il nazismo nel tentativo patetico di giustificarne alcuni dei peggiori collaborazionisti, oggi modelli per una generazione di neonazisti della Galizia. I partigiani più spietati della ragion di stato potranno dire che era un prezzo necessario da pagare (senza l’apporto fondamentale dei neonazisti, il colpo di stato dello scorso febbraio a Kiev non avrebbe potuto avere successo, neppure con il supporto americano e dell’Unione Europea), ma è comunque un prezzo che ci presenterà il conto, in tutti i nostri paesi. Cosa dice questo alla nostra storia attuale? Intanto, insegna che è possibile cancellare il ricordo di eventi dissonanti (come per esempio lo sterminio nazista degli ebrei) dalla memoria di interi popoli, e poi offre a ogni estremismo locale un prezioso precedente storico e di politica (dis)educativa per giustificare le proprie atrocità. Davvero un pessimo regalo ai nostri discendenti. Per capirne qualcosa di più, vediamo cosa ha riportato Frank Brendle, attivista di Defending History, da un viaggio a Leopoli e a Kiev alcuni mesi fa, in un resoconto che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.

 
 28/12/2014    

La croce sul petto dei cristiani

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Abbiamo già presentato un’analisi dei problemi legali causati dalla “tolleranza” del moderno mondo occidentale a chi porta una croce sul petto, ma non sarà fuori luogo fare un passo indietro, e analizzare il perché i cristiani ortodossi portano una croce, e qual è il suo significato. Padre John Whiteford, nelle risposte semplici e puntuali che offre nel suo blog, ci introduce a questo argomento, con una spiegazione che abbiamo tradotto in italiano nella sezione “Domande e risposte” dei documenti.

 
 27/12/2014    

Solidarietà alla Russia nell'ora della tragedia ucraina

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Il principe Dimitrij Shakhovskoj (nella foto), vice-presidente dell’OLTR, e sua moglie la principessa Tamara, assieme alla redazione del sito Russky Most, hanno preparato e diffuso un appello dei discendenti dell’emigrazione russa bianca in diversi paesi e continenti, in difesa della Russia in questi tempi calunniata a livelli intollerabili. Vi presentiamo il testo dell’appello in russo e in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.

PS. La principessa Tamara Shakhovskaja ci fa sapere che, già a distanza di poche ore dalla pubblicazione dell'appello, le valanghe di nuovi sostegni da tutto il mondo stanno facendo ritardare la pubblicazione della lista aggiornata dei sostenitori. Una ragione in più per apprezzare questo sforzo.

 
 27/12/2014    

La lista di Natale della Russia

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di Peter Lavelle

da Russia Insider, 24 dicembre 2014

Quest'anno la lista è modesta, o perfino decisamente umile. Quanto segue dovrebbe essere considerato come una serie di richieste minime.

Come vedrete, la Russia si limita a chiedere all'Occidente di vivere all'altezza dei suoi sedicenti elevati ideali e valori:

• Un presidente americano che sa di cosa parla, quando fa commenti focalizzati sulla Russia.

• Una fine delle aspettative che la Russia partecipi a un piano di salvataggio dell'Ucraina, mentre restano in vigore le sanzioni occidentali.

• L'Occidente dovrebbe smettere di parlare di democrazia quando non sa vedere la differenza tra una vera e propria espressione di autodeterminazione (il voto della Crimea per tornare alla Russia) e le recenti elezioni parlamentari taroccate dell'Ucraina.

• Un Occidente che finalmente la smetta di rovesciare governi democraticamente eletti (come in Ucraina); ciò che viene dopo è sempre peggio.

• Washington e i suoi alleati devono essere attenti a ciò che desiderano: un cambio di regime forzato a Mosca potrebbe effettivamente terminare con la fine dell'Unione Europea e il caos in gran parte dell'impero globale americano.

• Un Occidente che riconosca che il valore della vita di un russo è alla pari di quello della vita di un americano o europeo.

• Un Occidente che riconosca che tutti i paesi hanno il diritto di difendere e proteggere i propri interessi nazionali.

• Gli Stati Uniti dovrebbero finalmente smettere di parlare dei loro "valori" al mondo intero, dopo la pubblicazione della relazione al Senato sulla tortura.

• Chiedere a Victoria Nuland di visitare l'Arabia Saudita e altri paesi del Golfo, quando le viene la fregola di distribuire "dolcetti della democrazia".

• Con un occhio alla memoria storica e rispetto per i milioni che sono morti combattendo il fascismo durante la Seconda Guerra Mondiale, Washington dovrebbe fermamente prendere le distanze e condannare i fascisti ucraini e le loro ideologie estremiste.

 
 26/12/2014    

Cronache dal collasso di Kiev

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Abbiamo già avuto modo di incontrare nello scorso mese di luglio il blog No Bread And Circuses for You, gestito da un americano che vive a Kiev, e che analizza spietatamente la situazione disastrosa dell’economia ucraina. Oggi riportiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” il suo rapporto di fine 2014, con una serie molto ampia di segnali di collasso del paese, non solo meramente economico, ma anche educativo, informativo, medico, sociale e religioso.

 
 26/12/2014    

Il sinodo della Chiesa Ortodossa Macedone fa un appello per la liberazione dell'arcivescovo Jovan

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Lunedì 22 dicembre il Sinodo della Chiesa autocefala macedone (nella foto) ha diramato un appello di clemenza alle autorità statali per la liberazione dell'arcivescovo Jovan (Vranishkovski), in prigione dal 2013. L'arcivescovo Jovan, a capo dell'arcidiocesi di Ohrid (il corpo ecclesiale leale al Patriarcato di Serbia nella Repubblica di Macedonia) sconta una condanna per appropriazione indebita, nonostante la morsa dello stato macedone sui fedeli della sua arcidiocesi sia ai limiti della persecuzione.

Non è molto (soprattutto perché l'appello è formulato senza lasciare alcun dubbio sulla volontà di colpevolizzare l'interessato), ma è già qualcosa, per un'autorità ecclesiale che finora aveva rifiutato di fare qualsiasi passo a favore di vladika Jovan. La richiesta di clemenza ha avuto luogo poco dopo la visita del metropolita Ilarion, che ha offerto la sua mediazione presso le autorità ecclesiastiche e civili del paese, portando avanti un dialogo richiesto sia a Mosca sia a Skopje, e le autorità della Chiesa macedone riconoscono che l'appello ha avuto luogo grazie all'iniziativa del metropolita russo, e in vista della riapertura dei dialoghi con il patriarcato di Serbia.

Da oltre una decina d'anni il nostro sito ha cercato di informare sulla situazione dei cristiani ortodossi in Macedonia, e sugli sforzi fatti per superare lo scisma. Non ci dilunghiamo nei dettagli di questa complicatissima partita a più giocatori, ma non perdiamo la speranza che possa sempre essere "la volta buona" per vedere la fine della crisi, se non altro per tutti i macedoni ortodossi che oggi vivono all’estero (migliaia qui in Piemonte, per esempio) e che meritano di essere trattati con la stessa considerazione di tutti gli altri cristiani ortodossi.

 
 25/12/2014    

Perché il peccato non è un problema morale

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Presentiamo nella sezione “Etica” dei documenti un testo a prima vista contraddittorio: un invito a scorporare il peccato da tutto l’insieme delle norme della vita morale. Questo saggio di padre Stephen Freeman ci spinge a riflettere su un senso più profondo del peccato come allontanamento dalla vita in Cristo: solo quest’ultima, infatti, e nessun mero perfezionamento di comportamento morale, ha il potere di trasfigurare la nostra esistenza terrena.

 
 25/12/2014    

Auguri a tutti quelli che festeggiano oggi il Natale del Signore

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Il portale Russia Insider augura buon Natale ai suoi lettori con questo video che propone una dossologia natalizia del coro del monastero Sretenskij di Mosca, assieme a una bella selezione di immagini di chiese russe in inverno:

A tutti i nostri amici che oggi entrano nei giorni santi del Natale, un augurio di cuore!

 
 24/12/2014    

La Chiesa bulgara annulla la consacrazione episcopale del discusso archimandrita Dionisij

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Il 9 dicembre, dopo la riunione del Santo Sinodo della Chiesa bulgara, il patriarca Neofit (sopra, nella foto) ha annunciato l'annullamento della consacrazione episcopale, prevista per il 21 dicembre, dell'archimandrita Dionisij (Mishev), una figura controversa nella Chiesa bulgara. Questa reazione sinodale è la conseguenza di un'ondata di proteste che ha coinvolto diversi ambienti ortodossi bulgari, a partire dal monastero di Zografou sul Monte Athos, e si è concretizzata in una petizione con 2000 firme (incluse quelle di un migliaio di sacerdoti) per fermare la consacrazione.

L'archimandrita Dionisij (sopra, nella foto) è accusato di traffico di influenze attraverso le nomine di personaggi discutibili al titolo di arconte (un titolo onorifico dato a pii laici sostenitori della Chiesa, ma oggi desueto in Bulgaria), e soprattutto di intromissioni malsane nel mondo cavalleresco cattolico. Questo aspetto ha a che fare in modo particolare con l'Italia. Una delle gocce che hanno fatto traboccare il vaso è stato un episodio ad Assisi, quando padre Dionisij ha presenziato all'investitura di un cavaliere, stando dietro l'altare cattolico in mantia e pastorale episcopale (ai quali non aveva diritto):

Potremmo trascurare quest'episodio come la storia tragicomica di un Baj Ganjo ecclesiastico, pittoresco e un po' cafone, ma questa storia ha conseguenze più profonde su di noi.

- Per cominciare, ci insegna cosa NON dovrebbero venire a fare in Italia i preti ortodossi. Padre Dionisij va ad Assisi a partecipare a investiture di cavalieri cattolici quando in Italia migliaia di ortodossi bulgari si lamentano dell'assenza di cura pastorale dei loro sacerdoti... non sappiamo se gridare "vergogna!" sia una risposta sufficiente, in questo caso.

- In seguito, ci spiega quanto siano inutili le liaisons dangereuses tra il clero ortodosso e gli ordini cavallereschi. Le relazioni tra cristiani richiedono non solo apertura e buona volontà, ma anche un minimo di intelligenza e di rispetto. Promuovere i rapporti con i cristiani ortodossi a forza di simbolismi cavallereschi feudali (tristemente noti dai tempi delle crociate) è un po' come promuovere i rapporti con gli ebrei a forza di parate militari di sapore nazista. Quando un dono magari ben intenzionato ha conseguenze negative, la cosa più saggia da fare è guardarsi bene dal fare doni simili.

- Infine, ci insegna dove cercare la vera Ortodossia. Non nei titoli ecclesiastici (che pure hanno il loro ruolo, purché non se ne abusi), non nelle riunioni internazionali e neppure nei progetti di cooperazione (che pure in sé non hanno nulla di male), ma nei monasteri, nelle più semplici chiese e parrocchie, nella coscienza del popolo che prega.

Se volete saperne di più, qui potete leggere dei resoconti in bulgaro, in russo e in inglese correlati alla vicenda di padre Dionisij.

 
 23/12/2014    

Abbiamo davvero bisogno di una chiesa in Antartide?

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Nei nostri sforzi di presentarvi l’Ortodossia “fino ai confini della Terra” (At 1,8), vi abbiamo già parlato della chiesa della santa Trinità in Antartide, sia come quadro generale, sia nei ricordi personali di uno dei suoi cappellani, lo ieromonaco Pavel (Geljastanov). Oggi, sempre nella sezione “Pastorale” dei documenti, presentiamo in russo e in traduzione italiana un’altra intervista a padre Pavel, questa volta fatta da un confratello sacerdote, che esplora un po’ più a fondo le ragioni di una missione così insolita e i suoi sconvolgenti risultati, tra cui una conversione all’Ortodossia e il ribaltamento dell’attitudine del governo russo, che grazie alla presenza della chiesa ha deciso di non chiudere la stazione polare (un punto che dovrebbe far riflettere tutti quelli che affermano acriticamente che la presenza della Chiesa nuoce alla ricerca scientifica).

 
 22/12/2014    

La Chiesa ortodossa di Grecia e la crisi economica

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Il metropolita Ignazio di Dimitrias (al secolo Panagiotis Georgakopoulos, nato nel 1956) è alla guida di una diocesi che è da decenni all’avanguardia nel servizio sociale. Il suo predecessore, il compianto metropolita Christodoulos (Paraskevaides, 1939-2008, divenuto in seguito arcivescovo di Atene) aveva profeticamente indicato già da vescovo diocesano una via in cui la Chiesa di Grecia avrebbe potuto supplire a tutta una serie di carenze statali mettendosi al servizio dei bisogni del popolo greco. Tale esperienza è stata in seguito utilissima nel soccorrere la popolazione sofferente per la crisi economica. In una relazione tenuta lo scorso mese alla London School of Economics, il metropolita Ignazio delinea le conseguenze della crisi, il soccorso dato dalla Chiesa, le inevitabili carenze nel programma di aiuto e le prospettive future, in un intervento che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti

 
 21/12/2014    

Come si fa un’iconostasi

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Attraverso un affascinante viaggio fotografico tra i maestri artigiani della città russa di Palekh, scopriamo nella sezione “testimoni dell’Ortodossia” come si realizza un’iconostasi commissionata su misura per una chiesa, dalle fasi di progettazione fino al montaggio finale.

 
 20/12/2014    

La Moldova divisa corre il rischio di ripetere gli errori dell’Ucraina

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In una parrocchia composta in maggioranza da fedeli moldavi, seguiamo con interesse e apprensione gli sviluppi geopolitici della Repubblica di Moldova, in cui una “maidanizzazione” avrebbe effetti devastanti. Tra tutte le insospettabili fonti, vediamo che le nostre apprensioni sono condivise proprio dall’Istituto Americano in Ucraina, che invita i dirigenti di Chișinău a non ripetere gli errori dei loro colleghi di Kiev. L’articolo di James George Jatras dell’Istituto Americano in Ucraina, pubblicato da Russia Insider giovedì 18 dicembre, sarebbe importante anche per il solo fatto di essere una così insolita voce “fuori dal coro”, ma è pure ricco di spunti interessanti... leggetelo – soprattutto quanti tra voi hanno a cuore per le più diverse ragioni le sorti della Moldova – nella traduzione italiana che presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.

 
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